Scossone in Caffeina. L’imprenditore Carlo Rovelli si è dimesso da presidente della Fondazione e al suo posto subentra Filippo Rossi.
Sulle cause di questo cambiamento circolano opposte versioni. Da un lato c’è chi sostiene l’esistenza di contrasti fortissimi, nati a quanto pare anche a causa delle ultime vicende legate al trasloco del Christmas Village a Sutri, e dall’altro quella ufficiale, secondo cui tutto rientrerebbe in una normale alternanza. Anzi Rovelli, secondo questa tesi, sarebbe destinato ad assumere un incarico di altra natura non più all’interno della Fondazione, ente che come si sa è senza scopo di lucro, ma nell’ambito della galassia delle società che a vario titolo ruotano – esse sì come soggetti imprenditoriali veri e propri – attorno agli eventi che vengono organizzati non più solo a Viterbo, ma anche in altre realtà del Lazio (basti pensare al Natale di Santa Severa).
Dove sia la verità al momento non è facile capirlo anche perché la parola d’ordine che si sono tutti dati in questo momento è di mantenere il profilo basso.
Si sa in ogni caso che le vicissitudini legate al Natale viterbese hanno lasciato il segno. Sutri, così si dice, è andato bene, ma se si fosse restati a Viterbo sarebbe potuta andare meglio. Allo stesso tempo crea non poco imbarazzo anche la posizione di Giacomo Barelli, contro il quale è stato presentato un esposto in Procura con tanto di richiesta di decadenza da consigliere comunale per incompatibilità con il suo ruolo di avvocato della Fondazione.
A Rovelli avrebbe cominciato a pesare il clima di ostilità che, per un verso o per l’altro, si respira in molti ambienti della città nei confronti di Caffeina, complice in ciò l’atteggiamento aggressivo assunto dal cerchio magico di Rossi nei confronti di chi non sposa le idee e le strategie del direttore artistico.