Mentre a Viterbo il Consiglio straordinario sui rifiuti riceveva la benedizione in articulo mortis di monsignor Barelli assistito dal chierichetto Ricci, a Civitavecchia parlava Matteo Salvini. Che invitava tutte le forze politiche a erigere le barricate per impedire l’arrivo dell’immondizia di Roma. Dopo la decisione di Virginia Raggi di chiudere nel 2020 la discarica di Colleferro, ci sono infatti in giro 1000 tonnellate di cetrioli (rifiuti, cioè) in cerca di chiappe accoglienti in cui piazzarsi. Potenzialmente il rischio lo corre anche Viterbo, tanto più se a Civitavecchia ci si opporrà con ogni mezzo all’invasione capitolina della loro discarica.
Comunque, pure a Palazzo dei Priori, prima dello scioglimento della seduta, s’è detto che quella roba lì nessuno la vuole a Monterazzano. Ma la reazione (frasi di circostanza) è sembrata debole se paragonata a quanto gridato a Civitavecchia durante la conferenza stampa del Capitano attorniato dai sindaci del territorio (alla sua destra c’era il tarquiniese Alessandro Giulivi). Per scongiurare pericoli di questo tipo servono infatti risposte corali da parte di tutte le forze politiche unite: dubitiamo che ciò possa accadere nella città dei papi.
D’altra parte, non lascia intravedere nulla di buono ad esempio l’intervento della consigliera Lina Delle Monache, che, anziché fornire un contributo dialettico sulla questione, si è messa nei panni dell’avvocato difensore della Regione, arrivando a dire che i rifiuti di Roma in fondo non sono un problema visto che a Viterbo ci arrivano dal lontano 1994.
Da notare inoltre l’assenza ai lavori del Consiglio di qualsiasi rappresentante della Regione. Il che significa che se questi sono i presupposti lo scenario che si prospetta all’orizzonte non sembra per nulla rassicurante.