Non è proprio nato sotto una buona stella il concorso per 9 vigili urbani al Comune di Viterbo. Dopo il caso del questionario distribuito mercoledì mattina ad alcuni concorrenti con le risposte già scritte, si scopre che qualche giorno prima dello svolgimento della prova avevano rinunciato a far parte della commissione esaminatrice i dirigenti Eugenio Maria Monaco e Giancarlo Manetti. Al loro posto, come indicato in una determina del 15 novembre, erano stati nominati un membro esterno, Fabiana Ruco, segretario comunale presso altre amministrazioni, e Anna Cecchetti, funzionario amministrativo del Comune.
Fino a prova contraria non c’è, ovviamente, nessuna correlazione con quello che di dì a qualche giorno sarebbe accaduto durante la prova preselettiva. Prova che ha fatto salire Viterbo agli “onori” delle cronache nazionali con ricadute di immagine che più negative non potevano rivelarsi. Lo dimostra un servizio andato in onda su Radiodue dal titolo Viterbo barzelletta d’Italia.
Una barzelletta, appunto. Difficile definire diversamente il cinema andato in onda al Palamalè, sebbene tutti concordino nel ritenere che siano stati distribuiti questionari sbagliati solo per un semplice errore e non per volontà di qualcuno. Le spiegazioni fornite durante la conferenza stampa di giovedì pomeriggio – aggiornamento del software che ha mandato in tilt il sistema – non sembrano intanto aver dissipato i dubbi dei partecipanti e dell’opinione pubblica. E non si parla tanto della trasparenza della prova, quanto delle modalità con cui tecnicamente si è svolta. In particolare, ci si chiede come sia possibile stampare le risposte esatte laddove esse non le deve conoscere neanche la commissione. La correzione delle schede infatti doveva e deve avvenire in maniera anonima tramite un meccanismo computerizzato in cui non è ammesso l’intervento umano.
Una cosa è sicura. A salvare il Comune da conseguenze ben più gravi ci ha pensato fortunatamente il candidato che si è alzato in piedi comunicando alla commissione l’incredibile situazione che si era palesata ai suoi occhi quando ha cominciato a rispondere ai quiz. Vi immaginate cosa poteva succedere se la circostanza fosse venuta alla luce a prova conclusa o comunque dopo che qualcuno aveva già consegnato il foglio risposte?