“E’ ora di smettere di fare lo scarica barile, caro Arena, la responsabilità è di tutti voi amministratori che fino ad oggi avete sostenuto Talete”.
Polemiche sul sindaco del Comune capoluogo, maggiore azionista della società. Arena, infatti, come si ricorderà, dopo aver finora sempre sostenuto i cda di Talete, al punto da avallare l’anno scorso l’aumento delle bollette, nell’ultima assemblea dell’Ato ha annunciato di voler andare a Roma, nei prossimi giorni, per sollecitare un intervento della Regione. Ad attaccare Arena è il comitato Noi non ce la beviamo. Che sottolinea come ad affossare la società siano state la lottizzazione e le logiche clientelari: “Ora però la misura è colma. Cari sindaci e caro presidente della Provincia, smettete di cadere dal pero e di rimpallare le responsabilità”.
“Si dimentica – ricordano ad Arena quelli del comitato – quando lo scorso anno mandò in sua rappresentanza il consigliere Marini all’assemblea dei soci di Talete a votare sì all’aumento delle tariffe? Lei e tutti gli amministratori che attualmente compongono l’assemblea dei soci di Talete siete responsabili di aver alimentato sino ad oggi una società che da anni è in dissesto economico e inefficiente nei servizi resi all’utenza”.
“A nulla serve chiedere alla Regione – continua il comitato – nuovi finanziamenti per alimentare lo stesso sistema, a nulla serve portare linfa ad una società agonizzante. Occorre cambiare modello di gestione, l’esperienza Talete va superata e la gestione del servizio idrico va sottratta alle spa e restituita alle comunità. Ciò si può e si deve fare. Il primo passo da compiere è cambiare la natura giuridica di Talete e trasformarla in un ente di diritto pubblico che possa ricevere finanziamenti pubblici ed avere accesso direttamente al credito da parte di Cassa depositi e presti”.
“Sono i sindaci e il presidente della Provincia a dover decidere da quale parte stare: se continuare a sostenere ancora Talete e la privatizzazione o scegliere la strada della ripubblicizzazione – concludono -. Alcuni amministratori coraggiosi, come il sindaco di Farnese, stanno conducendo nella nostra provincia la battaglia per difendere la gestione pubblica del servizio idrico che attualmente esercitano direttamente nei propri territori e che è esempio di efficienza e di economicità. Chiediamo quindi che ognuno si assuma la propria responsabilità e che dichiari quale è la sua scelta. Il tempo è scaduto, si diano risposte ai cittadini ora, a cominciare dalle bollette pazze. Noi siamo pronti a scendere in piazza”.