Continuano a far discutere le rivelazioni del sito cittapaese.it, secondo il quale ci sarebbe in città una testata giornalistica avvezza a “ricattare” chi – associazioni, partiti politici o organizzatori di eventi – non paga il “dazio” richiesto o sotto forma di pubblicità o sotto forma di contributo. Non sappiamo se quanto riportato dall’organo di informazione diretto da Pasquale Bottone, che sembra molto informato, corrisponda all’esatta verità. Il solo fatto però che una denuncia simile venga portata all’attenzione dell’opinione pubblica merita seria approfondimenti.
La testa in questione oscurerebbe i nemici (che andrebbero identificati in quelli che non investono su di essa) e metterebbe invece in luce quelli che tirano fuori il portafoglio. In poche parole, distorcerebbe la realtà. Si parla addirittura di percentuali sugli eventi, sui biglietti strappati. Si forniscono anche le cifre, il 6 o il 7 per cento degli incassi. Tutti, alla luce di ciò, si chiedono cosa sta accadendo a Viterbo.
Esisterebbe un vero e proprio sistema, fatto di “caldi inviti” o pressioni più o meno esplicite. Un sistema che cercherebbe di intrappolare nella ragnatela anche i consiglieri comunali, a cui verrebbero raccomandate pratiche in cambio di visibilità. Al contrario gli stessi sarebbero puniti se invece toccano argomenti che l’organo in oggetto ritiene non debbano essere toccati.
Verità o finzione? Noi continuiamo ad usare il condizionale, ma allo stesso tempo siamo certi che le denunce di cittapaese.it non vadano fatte cadere nel vuoto. C’è bisogno di verità e, in un verso o nell’altro, sarebbe opportuno che chi di dovere indagasse a fondo. Magari si scoprirebbe che le cose non stanno esattamente così, tanto meglio. O magari sì, chissà. L’importante è scoprirlo.
D’altra parte, questa città e questa provincia non sarebbero nuove a fatti inquietanti in cui è protagonista l’informazione. E’ ancora vivo nella mente di tutti il ricordo della macchina del fango che qualche anno fa coinvolse un giornalista e, come vittime, alcuni politici ed imprenditori. Dunque, indagare, indagare e indagare bene. Viterbo, per uscire dalla stagione dei veleni, ha bisogno di un’operazione verità e trasparenza finalmente a 360 gradi.