Il ministro della difesa, Lorenzo Guerini, grande protagonista della Scuola di formazione politica del Centro studi Aldo Moro insieme al presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
Guerini non ha mancato di ribadire la sua posizione contraria alla scelta fatta dall’ex premier Matteo Renzi di uscire dal Pd: “Questa divisione – ha specificato – secondo me manca di fondamenta politiche. Non c’erano, sinceramente, gli argomenti e le circostanze per dividerci, soprattutto adesso che di fronte abbiamo una sfida che è quella di rimettere l’Italia sulla strada giusta. Non si può sempre pensare di tirare il carro, alcune volte occorre anche spingerlo e creare le condizioni che ci sia quell’unità e quella prospettiva che da tempo ci chiedono i nostri elettori. La decisione è stata assunta, ne prendiamo atto, per il Pd permane un lavoro da fare che continueremo a fare per il bene dell’Italia”
A toccare l’argomento della rappresentanza del Pd è stato Giuseppe Fioroni, che nell’analizzare la necessità di rifondare lo spirito plurale del partito ha ricordato al ministro Guerini il ruolo dei cattolici – moderati e la prospettiva di rappresentarne le istanze nel futuro politico del centrosinistra.
“Senza la nostra cultura, senza la cultura cattolica democratica che parla al centro moderato riflessivo, non c’è il Partito democratico – ha chiarito Guerini – . Il Partito democratico avrà sicuramente la necessità di fare una larga analisi politica del presente e del futuro, ma credo che debba soprattutto ritrovare e ritrovarsi sui valori fondanti che possano tornare a raccogliere un largo consenso. Oggi abbiamo sicuramente bisogno di un governo che parli poco e faccia molto e di un partito che parli molto agli italiani per far comprendere lo sforzo che stiamo mettendo in campo”.
Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è stato infine il protagonista dell’ultimo appuntamento che ha chiuso il secondo giorno di studio.