Lavoratori abbandonati a sé stessi, senza mezzi né stipendi. E’ la triste storia della Cobalb, il consorzio che dovrebbe garantire la funzionalità dell’anello fognario che circonda il lago di Bolsena e dunque, indirettamente, proteggere il fragile ecosistema lacustre. A sollevare il caso è la Cgil, che chiede un tavolo provinciale, minacciando lo stato d’agitazione e lo sciopero se, anche alla luce della fusione con Talete, non si mantengono, da parte di Regione e Provincia, gli impegni presi.
Il problema va avanti da diverso tempo e secondo i dipendenti la situazione sarebbe precipitata da inizio luglio quando ha cominciato a concretizzarsi il passaggio in Talete. “Prima qualcosina arrivava, ora nulla. Non ci calcola più nessuno, siamo costretti a scioperare. Siamo all’osso”, commentano alcuni raccontando la loro storia dall’inizio dell’estate.
“Qui, manca tutto, fondi, attrezzature, materiali”, dice un operaio di vecchio corso. “Prima si stava male, ma da quando è giunta la notizia che Talete ci assorbirà, lasciamo perdere…”. “Ora il nostro motto è: ‘di necessità si fa virtù’. Perché ogni volta che ci arriva una chiamata di intervento, si va ma senza certezze del risultato, visto che siamo equipaggiati alla ‘bene e meglio’. Manca anche la benzina nelle autovetture e per un periodo è mancato anche il cemento a pronta presa che abbiamo dovuto comperare a nostre spese”.
Un plauso dunque a questi operatori che, oltre allo sforzo di tenere in piedi una macchina dai piedi di balsa, solo grazie alla caparbietà e alla dedizione al lavoro, non vengono pagati. “Da due mesi – confermano gli operai – non percepiamo lo stipendio”. Bel ringraziamento a chi svolge un lavoro così importante.