Caffeina Christmas Village ha deciso di voltare pagina, andandosene da Viterbo. Questa continua ad essere la versione ufficiale che viene fatta trapelare. Ma siamo sicuri che non sia in atto ancora una trattativa con ambienti dell’amministrazione comunale o comunque con personaggi che fungono da pontieri? Soprattutto, siamo proprio sicuri che non stia andando in scena l’ennesima tattica (come già è avvenuto in passato) per ottenere di restare alle condizioni che la Fondazione reputa più convenienti?
Di sicuro, Filippo Rossi se ne andrebbe, se se ne andrà, a malincuore, costretto a farlo per le note vicende giudiziarie nate con gli ex soci. Vicende giudiziarie, sottolineiamo, il che vuol dire che, invece di continuare a sputare veleno sulla città dando la colpa a questo o a quello (manco tutti fossero obbligati per forza a difenderlo a scatola chiusa), farebbe bene a riflettere sui motivi per cui si è messo in lite con chi un anno fa lo ha finanziato.
In questo contesto prende in ogni caso sempre più quota l’ipotesi Sutri, sebbene l’entourage della stessa Fondazione nutra parecchi dubbi: primo perché il Caffeina Christmas Village è comunque ormai legato nell’immaginario a Viterbo e poi perché la cittadina governata da Sgarbi, al di là dell’accoglienza, non può permettersi, per motivi di bilancio, di sganciare finanziamenti. Insomma, Rossi & C., messi con l’acqua alla gola dagli ex soci e a fronte di un Comune che finora ha assistito passivamente agli eventi, alla fine a Sutri potrebbero andarci davvero. Anche se non vogliono. Un incontro, per sottoscrivere l’accordo, si sarebbe svolto anche ieri mattina.
Per l’amministrazione Arena si tratterebbe di uno smacco. Ed è questo l’aspetto nel quale ancora confida Rossi, sperando che qualcuno da Palazzo dei Priori lo vada a cercare facendolo alla fine passare per salvatore della patria. La manovra come al solito è spericolata, fa parte del personaggio, che non conosce le mezze misure, convinto com’è che per portare a casa il risultato bisogna rischiare. Più si rischia, più alto è il premio che si intasca, questa è la filosofia del “futurista”. Finora gli è sempre riuscita: gli andrà bene anche stavolta?