Un porto delle nebbie. Così appare Viterbo ogni giorno di più. Un pantano dove molti, di nascosto, si sporcano le mani e dove nessuno, di quelli che dovrebbero, agisce per capire come stanno davvero le cose. Voci che si intersecano, cose dette e non dette, verità fatte trapelare e verità tenute nascoste. Mezze verità e mezze falsità. C’è una gelatina, che si potrebbe definire melma, in cui, come si intuisce, si confrontano interessi di vario livello e si incontrano personaggi pubblici e soggetti privati, che a questi interessi sembrano, a vario titolo, collegati.
Questa premessa per commentare una notizia uscita ieri su un sito web della città (il solito): secondo gli assessori Marco De Carolis e Alessia Mancini, da quanto riportato, il duomo di Viterbo non sarebbe sicuro. Crepe sui muri e parti pericolanti metterebbero a rischio l’incolumità del pubblico. Il sito web si è chiesto come mai né la Mancini, né De Carolis – di cui sarebbero state registrate con un telefono cellulare dichiarazioni specifiche sulla pericolosità del monumento durante un evento in piazza – se così stanno le cose, non si sono preoccupati di presentare una formale denuncia o, essendo tutti e due amministratori pubblici, di agire per evitare possibili incidenti o tragedie.
Tutto giusto. In teoria, infatti, sempre se corrisponde al vero quanto riportato dall'”informatissimo” sito della Tuscia, i due assessori o hanno mentito, e quindi sono da perseguire per procurato allarme, o hanno detto la verità e allora sono da perseguire per omissione di atti d’ufficio. Tra l’altro, per procurato allarme, se hanno mentito, sarebbe a questo punto da perseguire anche l'”informatissimo” sito che ha diffuso la notizia, il quale sembra non essersi preso la briga di verificarla, limitandosi a “passare le carte” fornitegli da terzi.
Ma il punto è anche un altro: chi ha registrato le esternazioni di De Carolis e soprattutto perché uno dovrebbe registrare l’assessore? Il sito che ha pubblicato la notizia ovviamente potrebbe saperlo, ma si è guardato bene dal dirlo. Che si nasconde, allora – è questa la domanda che tutti i viterbesi dovrebbero porsi – dietro questa storia? Cosa c’è che non può essere raccontato fino in fondo?
Sembra di comprendere che il tema sia quello dei grandi eventi. Gli spettacoli, insomma, e la pseudo cultura, settore di cui De Carolis dovrebbe garantire, in quanto assessore, l’interesse pubblico. Sembra di comprendere che sia in atto una guerra sotterranea per il controllo di qualcosa che non viene detto, ma che sia De Carolis che la Mancini, come chi ha passato la registrazione al sito, oltre che a questo punto il sito medesimo, conosce molto bene.
Dire porto delle nebbie, di fronte a tutto ciò, è poco. Si potrebbe benissimo parlare dell’esistenza di una “terra di mezzo” tra ciò che appare e ciò che realmente è. Una terra dove “personaggi pubblici” e “imprenditori” privati si muovono all’oscuro della città, salvo far trapelare ogni tanto qualcosa a mo’ di minaccia quando non si mettono d’accordo. Potremmo sbagliarci, ma ciò è quanto si può ricavare, nel complesso, dalle cose dette e non dette in questi giorni, dalle notizie fatte filtrare, da quelle tenute nascoste e dalle minacce e dai ricatti che vengono inoltrati a mezzo stampa.