“Il 3 settembre non indosseremo la divisa, il Sodalizio è morto”. Fa discutere la dura presa di posizione di 13 facchini in aperta polemica con Massimo Mecarini e Sandro Rossi. Loro, i 13, sono stati inseriti infatti tra le riserve, dopo essere finiti sotto accusa, così sostengono, per aver appoggiato la candidatura di Paolo Moneti alle elezioni per il rinnovo dei vertici sociali.
“Sono venuti a mancare – dicono – fede, forza e volontà”. Lo sfogo, messo nero su bianco tramite una lettera, porta la firma di Luciano Tola, Marco Cepparotti, Ercole Rempicci, Roberto Cepparotti, Mario Marinetti, Giulio Del Ciuco, Giuseppe Cepparotti, Paolo Moneti, Ferdinando Marignoli, Gianni Serafini, Danilo Frittelli, Massimo Bastianini e Sergio Stella.
“Nel Sodalizio – aggiungono – circola un male incurabile: l’intolleranza, la scorrettezza, il comportamento irrispettoso nei confronti dei facchini e dello statuto da parte dell’attuale Consiglio direttivo, che ha lacerato negli ultimi anni l’animo di quanti, con merito, sensibilità e profonda aspirazione, sono stati il motore umano della Macchina di Santa Rosa”.
I 13 parlano quindi della presenza di una “troika, formata da Massimo Mecarini, Sandro Rossi e Luigi Aspromonte, che hanno voluto che molti facchini venissero declassati senza motivo e nel mancato rispetto dello statuto, mentre altri sono stati promossi sempre nel mancato rispetto dello statuto. Quali i motivi di tutto ciò? L’aver osato una candidatura, l’aver espresso un proprio pensiero e un voto per un cambiamento, il non essere persone di fiducia perché pensiamo con la nostra testa”.
I 13 parlano di presunti soprusi e addirittura di minacce personali. “L’attuale Consiglio – proseguono – oltre che sbeffeggiare lo statuto, che, a detta del presidente Mecarini ‘è il nostro pane’, invece di tenere tutti uniti in fraternità di intenti, applica nei confronti di alcuni la locuzione ‘dividi et impera’. Il Sodalizio nel dicembre 2013 ha ricevuto il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’Unesco. Sarebbe da domandarsi se la Gramas – Rete delle grandi macchine a spalla, della quale Mecarini è attuale vicepresidente – sia al corrente dell’attuale scellerata gestione di uno dei suoi membri”. “E’ venuto a mancare – concludono – il vero sentimento nell’essere un corpo solo per garantire il Trasporto della Macchina. Si precisa che nessuno dei firmatari mancherà mai di rispetto nei confronti di Santa Rosa, nei confronti del Sodalizio e dei facchini, avendo ognuno di noi dedicato decine di anni al servizio della festa, della santa e della città”.