Dati allarmanti quelli riguardanti la sicurezza nei posti di lavoro. Nella Tuscia solo una ditta su 54 è in regola rispetto alle normative vigente. Una dato agghiacciante che segna un 98% di fuori legge, come emerge dal tavolo coordinato tra il sidacato Usb, l’Ispettorato del lavoro e il servizio ispettivo Asl. Una rischio sottovalutato, nonostante le tanti morti bianche.
Il settore preso in considerazione è quello edile. I maggiori abusi riguardano l’assemblaggio dei ponteggi e la dotazione dei dispositivi di protezione (dpi), che o non vengono proprio forniti ai lavoratori o non sono idonei a fronteggiare i rischi. Quercia, responsabile del servizio ispettivo Asl, ha confermato i dati in ambito agricolo (il 50% delle aziende non è in regola) ammettendo però la scarsità dei controlli a causa delle caratteristiche proprie del settore. L’edilizia permette di individuare facilmente i cantieri, l’agricoltura al contrario porta ad una grande dispersione di lavoratori sul territorio, difficili da monitorare con i pochi ispettori a disposizione. A tal punto che la Asl dà priorità alle campagne di prevenzione e sensibilizzazione. Se è vero che sono fondamentali tutti gli incontri che formino lavoratori e aziende sulla sicurezza, non si può mai prescindere dai controlli direttamente sul luogo di lavoro. Molte volte, infatti, i lavoratori pensano di non poter denunciare eventuali abusi perché minacciati di licenziamento oppure non hanno proprio consapevolezza in materia, sopratutto se stranieri.
“I controlli fanno emergere tutte le violazioni presenti in azienda -sottolinea Luca Paolocci dell’Usb Viterbo -. Se poi sono svolti in modo congiunto fra Asl e Ispettorato, gli ispettori rilevano sia le mancanze in fatto di sicurezza sia quelle contrattuali, obbligando i datori a sanarle senza alcuna ricaduta per i lavoratori. E’ fondamentale coordinarsi e agire a livello locale, le istituzioni politiche centrali infatti si muovono in senso opposto alla sicurezza e in generale ai diritti dei lavoratori. A riprova di questo la Regione ha stabilito una media dei controlli nelle aziende che gli organi di vigilanza devono raggiungere. Una media pari, nel Lazio, ad un misero 5%. Apprezziamo come la Asl di Viterbo riesca a superare questo dato, controllando ogni anno l’8% delle aziende. Il 5% mostra chiaramente quale dispiego di forze e risorse vengano oggi investite per scoprire la varie forme di sfruttamento messe in campo dai datori e le conseguenti tutele verso i lavoratori”.
“Esortiamo i Comuni a controlli stringenti sulle ditte prima di affidare appalti pubblici – ha concluso Paolocci – e ad inserire nei bandi pesanti sanzioni per quelle aziende che, in corso d’opera, vengono meno agli obblighi di legge. Il personale comunale potrebbe effettuare i controlli preliminari a vista per poi avvertire Ispettorato e Asl in caso di necessità”.