Non c’è verso. Sulla selezione per le sei nuove unità di personale impiegate da poche settimane presso gli uffici di Talete tutto tace. Non una parola sulle modalità con cui sono state effettuate la ricerca e la selezione dei lavoratori, e soprattutto bocche cucite sull’identità di queste sei persone. Nonostante le sollecitazioni arrivate da chi avrebbe voluto candidarsi a ricoprire uno dei sei posti, ma non ha potuto farlo perché non a conoscenza dell’avviso di reclutamento del personale, e da chi, avendo invece partecipato, non è arrivato tra i primi sei, Talete tace. Bocche cucite e orecchie tappate cosicché si fa finta di non ascoltare le lamentele. Sarà insomma il clima vacanziero, fatto sta è come se nessuno voglia affrontare l’argomento.
La gente però parla. E infatti, dopo aver appreso che i sei nomi in questione sarebbero tutti riconducibili alla politica, adesso si vengono a conoscere ulteriori particolari di tutta la vicenda: e cioè le assunzioni sarebbero state fatte da Tarquinia a Marta, da Civita Castellana, a Blera, da Capranica a Canepina. Si restringe insomma l’area di provenienza dei prescelti e di conseguenza si circostanziano sempre meglio i riferimenti politici che sarebbero stati dietro all’operazione.
Da parte del nuovo presidente Andrea Bossola urge per questo una presa di posizione chiara e decisa. Talete è una società pubblica e quindi deve attenersi a principi di trasparenza e imparzialità. Caratteristiche di cui il presidente deve essere garante.