Sul caso Talete interviene il vice presidente della Provincia Fabio Valentini (Moderati e riformisti): “Il presidente di Talete, Bossola, nel presentare ai sindaci soci il bilancio 2018 ha dichiarato che la società, per avere un futuro, deve essere ricapitalizzata dai Comuni con un finanziamento di 40 milioni, altrimenti i soldi li dovranno mettere i privati. Tale affermazione desta notevoli preoccupazioni in merito al futuro dell’acqua pubblica nel nostro territorio. Infatti, preso atto che la situazione della Talete è strutturalmente deficitaria, non possiamo dimenticare che quanto oggi viene evidenziato dal presidente Bossola veniva già certificato nel 2014 dall’allora presidente Bonori. Il quale, dopo aver commissionato a una società esterna una due diligence sui conti della società, le cui risultanze già allora evidenziavano notevoli criticità strutturali e finanziarie, presentò ai soci un progetto industriale per il risanamento e il rilancio dell’azienda, denominato Parca (piano di azione per il rilancio competitivo aziendale). Progetto necessario per garantire la prosecuzione della gestione dell’acqua pubblica, nel quale, erano previste azioni di efficientamento aziendale e un piano di ricapitalizzazione per 4,5 milioni. Il Parca ottenne l’approvazione da parte dei sindaci soci senza il necessario finanziamento richiesto”.
“Ricordiamo, inoltre – prosegue Valentini – che già nel 2014 la situazione della morosità era critica ma non drammatica come viene descritta oggi dal presidente Bossola, basti pensare che allora l’importo delle morosità era di 12 milioni, per i quali furono intraprese azioni di recupero crediti con la spedizione di 33.000 raccomandate allo scopo di non perdere l’esigibilità del credito. Malgrado tutto ciò l’allora presidente Bonori fu messo nelle condizioni di dimettersi, in quanto l’operazione non era gradita ad alcuni politici, i quali, nel marzo 2015, nominarono un nuovo cda che ha gestito Talete dal 2015 al 2019 consegnando al presidente Bossola un’azienda da lui definita in rianimazione. Tutto ciò ci lascia pensare che la richiesta del presidente Bossola di 40 milioni per la ricapitalizzazione non otterrà il finanziamento dei sindaci soci, non per mancanza di ‘volontà politica’, ma perché la situazione finanziaria dei bilanci comunali non potrà mai garantire un finanziamento cosi oneroso, decretando così la fine della gestione pubblica dell’acqua nella nostra Provincia. Con una società ormai in rianimazione bisognerà infatti supplicare i privati. Togliere Bonori e la sua cura è costato molto ai cittadini e qualcuno dovrà spiegarci il perché”.