Il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Luisa Ciambella, interviene sulla questione del biogas a Grotte Santo Stefano: “Siamo a favore – dice – delle energie rinnovabili ma vogliamo salvaguardare prima di tutto la salute del cittadino. La notizia della ripresa dei lavori per l’impianto di biogas a Grotte S. Stefano ci inquieta particolarmente. Un tema, questo, su cui avevamo lavorato già nella scorsa giunta Michelini e con in pegno e dedizione eravamo riusciti a bloccare la realizzazione dell’impianto, mettendo davanti a tutto il diritto alla salute come ribadito dal dettato costituzionale all’articolo 32. Non siamo, a prescindere, contro chi investe per produrre energie sostenibili, però come sempre l’innovazione deve essere calibrata nel rispetto della salute. Purtroppo, l’ubicazione dell’impianto in prossimità del centro abitato ci porta ad una riflessione seria sull’opportunità di realizzare in quel punto l’impianto. Sopratutto la vicinaza a punti nevralcici della della frazione; infatti, le prime abitazioni distano in linea d’aria 350 metri, gli impianti sportivi a 900 e a 1250 metri l’istituto scolastico, fanno riflettere sull’impatto ambientale che questo impianto può avere. A tal proposito ho provveduto a depositare un’interrogazione urgente al sindaco affinché si possa arrivare con velocità e responsabilità alla soluzione del problema. I cittadini, organizzati in un Comitato, costituitosi anche durante la scorsa consigliatura, hanno tutto il diritto a poter crescere i loro figli e vivere nella frazione di Grotte con standard di salute adeguati. Mi conforta aver saputo che il dottor Monaco, dirigente del settore ambiente del Comune, dopo l’incontro con i rappresentanti del Comitato, ha manifestato qualche perplessità. Segno evidente che c’è ancora molto su cui riflettere. Non mi trovo d’accordo su quanto asserito qualche giorno fa in consiglio comunale dall’assessore all’Urbanistica Ubertini che, praticando lo sport più diffuso di questa amministrazione “lo scarica barile”, ha tentato di dire che non è una decisione che spetta al comune ma ad enti sovraordinati; come se la salute non sia materia di competenza comunale. Proprio il comune che è l’ente di prossimità più vicino al cittadino, come dimostrato nella consigliatura Michelini, deve operare e attivarsi per trovare il modo per tutelare la salute dei cittadini e far realizzare se possibile l’impianto magari in un posto più idoneo. Riscontrate le esigenze dei cittadini, che avevamo già accolto nel passato, siamo pronti ad intraprendere questa ulteriore battaglia politica a tutela della salute dei cittadini sperando che il comune faccia la sua parte e si blocchi quantomeno in quell’ubicazione la realizzazione dell’impianto. Sicuramente serve un’analisi approfondita della giurisprudenza e delle casistiche normative che sono emerse per questi tipi di impianto, serve inoltre interpellare gli enti preposti che possano mettere nero su bianco quale sia l’impatto effettivo sulla vita della popolazione. Visto che non esistono parametri legali certi per l’inquadramento di questi impianti e dato che sulla carta si tratta di attività agricola su terreno agricolo tutto a grandi linee sembra legale, bisogna studiare nel dettaglio il caso, capire i pro ed i contro che questo tipo di attività imprenditoriale comporta in una zona così a ridosso delle abitazioni. Di conseguenza dobbiamo essere certi che tutte le norme siano rispettate e che i cittadini non siano vittime inermi di leggi giustamente volte allo sviluppo dell’eco-sostenibile. É giusto investire sull’innovazione ma bisogna garantire la salute del cittadino prima di tutto”.