Torna oggi nella Tuscia, a Bomarzo, Parco dei Mostri ore 17.30, Simona Bonafè dopo il successo elettorale alle recenti europee. E’ stata la più votata del Pd nella circoscrizione dell’Italia Centrale.
A Salvini non è riuscito il piano di conquistare la Toscana. Esiste un modello toscano da esportare?
La Toscana è l’unica Regione che ha tenuto. Salvini l’ho ho trovato in giro ovunque in campagna elettorale, ma l’assalto promesso al fortino delle regioni rosse in Toscana è fallito.
Simona Bonafé, da segretaria regionale della Toscana, porta in dote al Pd il risultato più lusinghiero…
Avevamo i due terzi dei Comuni al voto e ne abbiamo portati a casa più di 140, quasi l’80%. Abbiamo vinto in tre capoluoghi su tre: Firenze al primo turno, abbiamo confermato Prato e ci siamo ripresi Livorno. Abbiamo vinto 15 ballottaggi su 17.
Che cosa vuol dire tutto questo?
E’ il segno di un modello che funziona. Un modello toscano fatto di capacità di governo, concretezza e pragmatismo, di vicinanza alle problematiche del cittadino e apertura al dialogo. Sopratutto di un Pd veramente plurale a tutte le latitudini.
In provincia di Viterbo il Pd ha perso tanti Comuni, ma soprattutto roccaforti “rosse” come Civita Castellana e Tarquinia. In Toscana è stato sconfitto invece a Piombino, centro operaio…
Avevamo un’ottima candidata ma hanno pesato le divisioni interne. Non è un caso che dove ci dividiamo perdiamo. Dove, nel Pd, una parte pensa di vincere da sola succede questo.
Che quadro emerge da questo voto?
Il M5S era già collassato alle europee e si è confermato solo a Campobasso. A Livorno, una delle loro prime città di governo, non sono arrivati neanche al ballottaggio. Buone riconferme come Pd le abbiamo avuto a Reggio Emilia, Cesena, Cremona, e abbiamo strappato Rovigo in pieno territorio leghista. Ma abbiamo perso roccaforti storiche come Ferrara e Forlì, e, anche al Sud, abbiamo perso a Potenza e Avellino. Come nel Viterbese che nelle amministrative abbiamo perso Comuni storici.
Queste elezioni hanno confermato un forte blocco di destra, ma si aprono praterie fra gli astenuti…
È questo il punto. Dobbiamo costruire a sinistra, ma saper parlare anche al centro moderato. Il Pd si presenta come unica alternativa alla destra di Salvini e Meloni. Sarebbe un errore, con un elettorato così volatile, chiudersi in posizioni identitarie: è il messaggio del voto in Toscana. Non perderei la vocazione maggioritaria. Bene aprire a sinistra ma bisogna parlare a tutti anche alle praterie del voto moderato.
Ora che battaglie vede per il Pd?
Di fronte a un Salvini che dice che la procedura di infrazione non è un problema, a noi tocca ricordare quei 38 mila euro a testa che paghiamo di interessi sul debito pubblico. È esattamente quello che spende l’Italia per l’istruzione, non ci si può scherzare sopra. Si condanna un Paese, così.