Disco verde dopo le 20, al termine di un Consiglio comunale continuamente interrotto per permettere alla giunta di riunirsi con i tecnici della ragioneria e dell’avvocatura, alla delibera con cui Palazzo dei Priori rende operativa la transazione con Talete (decisa una settimana fa in un incontro di Arena con il nuovo presidente Andrea Bossola) per rientrare dei crediti vantati verso la società.
Si è trattato di un parto travagliato e lungo per dare la possibilità ai revisori dei conti di approfondire tutti gli aspetti della delicatissima partita. Alla fine l’agognata soluzione ai problemi dei lavoratori è venuta alla luce, anche se ci vorrà ancora del tempo prima che fattivamente avvenga lo sblocco dei conti correnti da cui prelevare i soldi per pagare gli stipendi. Forse qualche giorno, forse una settimana, di sicuro per ora c’è solo che la delibera nelle prossime ore sarà trasmessa al giudice che, su istanza del Comune, aveva autorizzato il pignoramento dei conti.
L’annuncio dell’avvenuta deliberazione è stato dato direttamente ai lavoratori, che per tutto il pomeriggio hanno presidiato la Sala d’Ercole con il Consiglio comunale convocato per parlare di sicurezza. Arena in extremis è riuscito a mettere una pezza al danno arrecato dalla sua stessa amministrazione quando ha fatto pignorare i conti, il che la dice lunga sulla mancanza di visione che regna in questo periodo dentro il Comune di Viterbo. Ma questo è un altro ragionamento, sarà la gente a valutare la commedia andata in scena unita alla surreale elezione del nuovo Consiglio di amministrazione della società alla vigilia delle elezioni in base a un patto stretto tra l’area Panunzi del Pd e Forza Italia per mettere al riparo le cariche prima dello tsunami decretato dalle urne.
L’approvazione della delibera, se è vero che fortunatamente e doverosamente salva 140 famiglie ritrovatesi dall’oggi al domani senza entrate economiche, è pur vero che non sana nessuno dei gravi problemi che assillano la società. Manca ancora un piano finanziario e soprattutto, come ha notato il capogruppo del Pd, Luisa Ciambella, non si è ancora capito come e quando sarà chiesto ad Arera, e quindi se davvero arriverà, il famoso finanziamento di 35 milioni spacciato come la panacea di tutti i mali per dare un futuro alla Talete.
Ricordiamo che per chiedere quel finanziamento, così è stato detto, sono state aumentate (a garanzia) le tariffe idriche, per cui sarebbe ora, dopo mesi di proclami, che i soldi si smaterializzassero dall’empireo delle promesse per concretizzarsi dentro i conti correnti dell’azienda. In alternativa, sarebbe molto difficile per il Comune di Viterbo (su decisione di Forza Italia) e per la Provincia (su decisione degli ex Ds) giustificare ai trecento e passa mila cittadini del Viterbese i maggiori costi che da gennaio stanno sostenendo a fronte dell’erogazione dell’acqua nelle loro case.