Claudia Nunzi ha scritto su Facebook di essere soddisfatta del trattamento che gli sta riservando ultimamente questo nostro giornale nel pubblicare notizie che la riguardano. Bene, siamo contenti che sia contenta.
Una cosa, però: perché stupirsi di chi, tutto sommato, fa solo il proprio mestiere, riportando le notizie di interesse pubblico e commentandole in base alla propria sensibilità? Non sarà che la Nunzi è abituata a frequentare persone intellettualmente poco oneste o giornalisti un tantino interessati, tanto da pensare che tutti agiscano in quel modo? O peggio ancora: non sarà che come dice il proverbio – corpo mal usato quel che fa gli vien pensato – si stupisce perché lei si sarebbe comportata sì in maniera preconcetta verso chi non la pensa come lei?
No, cara Nunzi, noi siamo diversi da tutti gli altri. Giudichiamo in base ai fatti e non per partito preso. Ci sentiamo liberi di dire ciò che pensiamo nel bene e nel male e pazienza se qualcuno si offende – come è capitato a lei – se si sente dire ciò che non gli fa piacere sentirsi dire. Allo stesso modo, come vede, diciamo anche ciò che, come nel suo caso, è più comodo sentirsi dire.