Riconoscimento dell’imprenditore turistico esperienziale. Revisione della classificazione delle strutture ricettive. Creazione di un codice identificativo nazionale del turismo. Una legge organica sulla professione di guida turistica. Queste le principali richieste al Parlamento che i dirigenti nazionali di Cna Turismo e Commercio hanno illustrato oggi nell’audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera sul disegno legge di delega al governo in materia di turismo approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso febbraio.
“Il turismo è tra i settori trainanti dell’economia di questo Paese. Per metterne a frutto il potenziale, è necessario intraprendere un percorso di riforma che garantisca certezze giuridiche agli operatori e attivi investimenti pubblici e privati. Le richieste della nostra Associazione tengono conto dell’evoluzione del settore, a partire dalla domanda, di un cambiamento che coinvolge tutti gli attori della filiera, compresi gli artigiani delle botteghe d’arte e dell’agroalimentare di qualità”, osserva Luigia Melaragni, segretaria della Cna di Viterbo e Civitavecchia.
Riconoscimento dell’imprenditore turistico esperienziale
C’è una specializzazione turistica che sta guadagnando sempre nuovi spazi: è il turismo esperienziale, “cui i nostri territori – evidenzia Melaragni – guardano con grande interesse, disponendo già, peraltro, di un’offerta attraente”. Viene incontro alla crescente esigenza di quanti, in giro per l’Italia (e anche nel mondo), sono intenzionati a trasformarsi da spettatori passivi a soggetti attivi della vacanza. A questa domanda dalle importanti ricadute socio-economiche non corrisponde finora la giusta attenzione del legislatore. Cna Turismo e Commercio ritiene necessario, perciò, introdurre e disciplinare nel nostro ordinamento la figura professionale dell’imprenditore operante nel settore del turismo esperienziale. Un riconoscimento che permetterà all’industria del tempo libero di captare la crescente domanda di un’offerta turistica qualificata che mette in relazione, la promozione e la valorizzazione della cultura, così come la tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico con la volontà di vivere esperienze personali legate al territorio e ai prodotti identitari, soprattutto artigianali.
Classificazione delle strutture ricettive
È necessario rivedere nel più breve tempo possibile la classificazione delle strutture alberghiere. Diversi criteri di classificazione, regionali ed europei, creano confusione e problemi agli imprenditori. Cna Turismo e Commercio propone di codificare tutte le tipologie di attività turistiche e operanti nel campo della ricettività che hanno un peso economico nel settore dell’incoming: stiamo parlando di una spesa complessiva, includendo tutto, dagli alberghi fino ai bed & breakfast, che oscilla intorno ai 25 miliardi di euro tra turisti stranieri e domestici. A fronte di oltre 33 mila imprese e 2,3 milioni di posti letto del settore alberghiero, il settore extra alberghiero (in particolare B&B, campeggi, case vacanza, ostelli, villaggi, agriturismi, rifugi di montagna) oramai supera le 146 mila imprese con circa 2,7 milioni di posti letto.
Codice identificativo nazionale del turismo
Va realizzato un codice identificativo nazionale, attraverso la Conferenza Stato-Regioni e il confronto/condivisione con le associazioni di rappresentanza del settore, che permetta il monitoraggio costante dei dati rilevanti del settore. È un’operazione che serve agli imprenditori per cogliere con precisione flussi e tendenze e agli investitori per programmare gli investimenti.
Una legge organica sulla professione di guida turistica
Cna chiede di approvare in tempi brevi una legge organica sulla professione di guida turistica che fornisca alle Regioni criteri uniformi. Il patrimonio culturale italiano è il più vasto e complesso del mondo, possiede una capacità di attrazione notevolissima e va quindi raccontato correttamente. Da questa peculiarità discende la necessità di tutelare la professione di guida turistica nel nostro Paese e, dove necessario, anche nelle sedi comunitarie.
“Sul documento presentato alla Camera – annuncia Melaragni – apriremo, nei prossimi giorni, un confronto con gli operatori interessati”.