Riceviamo e pubblichiamo
Caro direttore, scrivo a voi perché altri, quando si parla di sanità, sono solo capaci di lodare il sistema che vige a Viterbo, dimostrandosi poco attenti ai problemi dei cittadini.
Mi chiedo e vi chiedo: la nuova Tac annunciata a Belcolle risolverà il mio problema? Ieri sono andata al cup per prenotare una tac addome completo, mi sono sentita rispondere che potrà farla il 20 gennaio 2020 ad Acquapendente. Però, se avessi avuto la possibilità, con 200 euro avrei potuto farla in intramoenia in due o tre giorni. Purtroppo, la mia pensione non me lo permette. Quando potrò sapere se il mio dolore dipende da qualcosa di serio oppure no? Dopo morta?
Caro direttore, non ne posso più delle chiacchiere. Se hai i soldi ti curi, se non li hai aspetti. Basta fare politica con la sanità, pensate a noi malati. Tra otto mesi, chi mi porta ad Acquapendente? E poi, se mi devo ricoverare, dove vado? Come faccio? La salute dei poveri è come quella dei ricchi. Non è colpa mia se vivo nel Lazio e a Viterbo. Mia sorella, in Toscana, non vive questi problemi, perché? Lei non si sposta mai: va sempre presso il suo ospedale. Perché a Viterbo le cose non funzionano allo stesso modo?
Bravi: fate inaugurazioni, parlate, ma va sempre peggio. Perché? Forse c’è qualcosa che fate male, che sbagliate, che non sapete fare. Tra un po’ finirà che la colpa è mia, malata, con tac tra un anno e senza soldi. Mi diranno che sono impaziente e ingiustamente critica. Basta, non ne posso più. Chiedo solo di avere diritto ad essere curata, anche se sono vecchia, sola e fatico ad arrivare alla fine del mese. Questa è la mia realtà quotidiana e non ne posso davvero più.
Lettera firmata