Chiacchiere tante. Spiegazioni poche. Nel rimbalzo delle responsabilità se ne sono sentite di tutti i colori. I capigruppo di maggioranza Marini e Bianchini sono arrivati a prefigurare scenari di ogni natura. Si sono scaldati, hanno detto ad Arena che così non si può continuare, ma alla fine è apparsa tutta una grande messa in scena.
A rimettere in linea i fatti, gli unici da valutare per giudicare questa incredibile storia della Talete, è stata Luisa Ciambella, che ha parlato di manifesta incapacità del sindaco e della sua giunta. Più tardi, tramite una nota, il concetto è stato ribadito dalla consigliera comunale del Pd Martina Minchella. “La città – dice proprio la Minchella – deve sapere che, seppur la matassa della vicenda Talete può sembrare complicata, l’iter seguito è davvero chiaro e anche se non si comprende come si possa essere arrivati a questo punto, forse ricostruendo il percorso riusciamo a comprenderlo insieme”.
E allora eccolo il percorso ricostruito dalla Ciambella durante il suo intervento e poi sottolineato dalla Minchella: “Il sindaco, che oggi si dice dispiaciuto ed estraneo al pignoramento dei conti della società Talete, a novembre 2018 viene autorizzato dalla giunta con una delibera a dare mandato legale per recuperare i 4 milioni e 700 mila euro. Il 28 dicembre 2018 il delegato del sindaco vota il piano di rientro che contiene l’aumento delle bollette per i cittadini. Il 2 aprile 2019 su richiesta del Comune viene notificato il precetto, precetto contro il quale la società fa opposizione. Il 3 maggio il Comune fornisce agli avvocati i conti correnti per procedere al pignoramento. Il 15 maggio l’avvocato deposita la richiesta di pignoramento e nei giorni successivi l’ufficiale giudiziario pignora i conti della società. Il 17 maggio il sindaco Arena vota il cda di Talete giustificando il tutto con l’urgenza di garantire la continuità dell’attività di Talete pur avendone già decretato la fine”.
“Il danno fatto oggi dall’amministrazione Arena – commentano le due esponenti del Partito democratico – se come è stato sollecitato non verrà riparato, porterà difficoltà importanti ai bilanci comunali e metterà in discussione non soltanto un servizio fondamentale come quello dall’acqua potabile per i cittadini della città di Viterbo e di tutta la provincia, ma anche il pagamento degli stipendi dei lavoratori di Talete. Soltanto uno sprovveduto o chi è in malafede davanti agli atti formali può parlare di regie occulte. La verità è una soltanto ed è sotto gli occhi di tutti: l’incapacità di chi amministra oggi la città di Viterbo. Arena passerà alla storia come il sindaco che ha pignorato a sua insaputa i conti della società di cui è il maggioranza”.