La Asl si arrampica sugli specchi. Dopo l’ultima sonora bocciatura – firmata, badate bene, dal Sole 24 e non da questo sito di informazione – la direzione dell’azienda, intervenendo sulla piaga della migrazione sanitaria, ha sostenuto infatti che “ridurre questa percentuale (cioè quella di coloro che vanno a curarsi fuori provincia, ndr) a un commento superficiale, come quello del ‘viaggio della speranza’, significa non considerare che, nella stragrande maggioranza dei casi, l’utente sceglie il presidio che gli è più comodo, anche se territorialmente non coincide con quello a lui assegnato, non perché non abbia fiducia o non abbia possibilità di acceso a quest’ultimo, ma per altre motivazioni, spesso molto più pratiche come la distanza chilometrica”.
Arrampicarsi sugli specchi è dir poco. Posto infatti che per la maggior parte della popolazione della Tuscia l’ospedale più vicino è proprio Belcolle, non si comprende come ci si possa ostinare a negare l’evidenza, se è vero che la gente mette sotto accusa notoriamente la qualità dei servizi e delle prestazioni erogate. Per capire che il problema non è la distanza basterebbe oltretutto andare a verificare quali sono le prestazioni per le quali si emigra: ci si accorgerebbe che i chilometri non c’entrano nulla. Insomma, è il sentire comune a certificare che la sanità viterbese non funziona.
E’ il sistema – è giusto ribadirlo a costo di essere ripetitivi – a non riscuotere la fiducia degli utenti e su ciò, anziché avventurarsi in rocambolesche spiegazioni, sarebbe invece arrivato il momento di interrogarsi seriamente. Sarebbe il caso di cominciare a disegnare una sanità basata sul merito e non sull’appartenenza relativamente a molte posizioni apicali, a livello di dirigenza medica, che non si sa per quale motivo continuano ad essere ricoperte tramite incarichi a tempo che poi finiscono per tramutarsi in definitivi. Sarebbe giusto spiegare perché non trovano spazio nella nostra provincia professionalità che invece vengono accolte a braccia aperte in altre realtà. E sarebbe soprattutto opportuno spiegare per quale motivo la politica continua ad interferire nelle scelte tecniche (forse basterebbe pensare alle liste della Asl presentate alle comunali dell’anno scorso).
Il punto, al di là di quello che dice la direzione generale, è proprio questo. L’invadenza forse della politica. Finché a Viterbo funzionerà così, nonostante i grandi sforzi compiuti da Zingaretti, le cose continueranno ad andare male.