Venivano stampate a Viterbo le obbligazioni false per un complesso turistico in Nicaragua che si è rivelato in realtà una maxi truffa ai danni di facoltosi investitori e primari soggetti istituzionali come Enpam, banche come la Cassa di Risparmio di Mirandola, sindacati come Unisau. Tra le vittime anche la principessa Boutina, legata alla famiglia reale saudita, “agganciata – come racconta il Corriere della Sera – durante un apposito viaggio d’affari a Dubai per convincerla a investire 300 milioni di euro”.
Al centro dell’intrigo il progetto Costa Smeralda in Nicaragua del faccendiere Franco Maria Mattioli e del promotore finanziario Antonio Ercolani. Decine i soggetti raggirati, tra cui gli eredi di un costruttore romano ai quali sono stati sfilati 16 milioni di euro. Mattioli ed Ercolani, arrestati un anno fa assieme al commercialista Alessandro Colamonici, al broker Marco Sturlese ed altri, tra cui lo stampatore viterbese, poi rimesso in libertà, saranno giudicati in primo grado a luglio.
Così scrive il Corriere della sera: “I particolari della piramide capovolta che la cricca stava mettendo in piedi emerge anche dalle intercettazioni. Mattioli, ad esempio, parla di Enpam: ‘Tu lo sai che quella società è stata presa esclusivamente per venderla all’Enpam, fine della storia, e farci dare i soldi da quest’altra parte, questo è stato sempre. E questo sarà’. Altri documenti raccontano lo sviluppo della truffa che coinvolgerebbe anche l’ambasciatore italiano in Nicaragua, Alberto Boniver. Ercolani mette le obbligazioni nella disponibilità della finanziaria Sofia Sgr, che con la complicità di manager della banca Ubs le carica su ignari investitori. Un memorandum dell’ufficio revisione interno ad Ubs, redatto a inchiesta già partita, svela i dettagli: ‘Malgrado tali titoli presentassero molteplici elementi oggettivi di anomalia (aspetto fisico, incongruenze linguistiche) e di rischio (importo rilevante, settore di investimento, nazionalità dell’emittente) e che la transazione fosse stata intercettata come operazione inusuale dal sistema di alert interno, i diversi attori coinvolti nell’operazione non hanno compiuto nessuna segnalazione di operazione sospetta nei confronti della funzione antiriclaggio, come previsto dalle procedure interne'”.