In un partito che si dice democratico esistono momenti particolari che giustificano il venire meno al suo interno della stessa democrazia?
Sembra a tutti gli effetti un controsenso, ma è quanto avrebbe sostenuto il commissario della Federazione provinciale del Pd Marco Tolli durante una riunione in cui si è discusso, tra le altre cose, dell’aumento del costo delle tessere. Aumento che non sarebbe stato dibattuto, ma semplicemente imposto. La polemica non è tanto sul prezzo, ma sul modo in cui la decisione è stata presa.
La fonte che riporta i fatti è autorevole, si tratta del segretario dell’Unione comunale del Pd di Viterbo. In un post su Facebook infatti Martina Minchella esprime stupore per le recenti dichiarazioni sul caso Talete da parte del commissario del suo partito. Ma non solo.
Riportiamo il post per interno in modo da non alternarne il senso.
“Talete. Entrerò nel merito delle riflessioni fatte nelle sedi competenti e istituzionalmente preposte, seppur il Gruppo del Pd ha già avuto modo di dire la sua su molti di questi aspetti, in primis sugli ulteriori rincari delle bollette che i cittadini si sono visti arrivare e che ad oggi non si capisce ancora cosa andranno a coprire, ma una riflessione pubblica su questa modalità di affrontare i temi la voglio fare, visto che chi scrive è il subcommissario del mio partito.
In una riunione ad un dirigente politico è stato spiegato, a fronte di una richiesta di spiegazione sull’aumento della quota di iscrizione al partito, che la scelta non era stata condivisa perché in un momento di commissariamento lo spazio del dibattito democratico viene necessariamente sospeso, mi chiedo se questa modalità di esternazione alquanto sopra le righe, visto che parliamo di un subcommissario, su temi così importanti per la nostra provincia faccia parte del medesimo concetto esternato in quella sede”.
Il post di Martina Minchella è del 10 maggio, visibile a tutti. A distanza di 4 giorni non sono arrivate smentite.