Ammonta a 380 mila euro la somma che il Comune ha previsto di incassare con la tassa di soggiorno. Soldi sui quali però è scontro per la mancanza di una veduta d’insieme dell’amministrazione circa le misure da mettere in campo per lo sviluppo turistico della città. La tassa di soggiorno – come si ricorderà aumentata con un blitz a fine anno all’insaputa di tutti – dovrebbe infatti servire a ciò, ma andando a scavare si scopre una grande confusione di idee e di progetti.
Se n’è avuta prova durante la riunione della quarta commissione, l’altro ieri, e della seconda e della quarta insieme, ieri pomeriggio. C’è di tutto e di più all’interno delle voci di spesa messe nella proposta di delibera: da alcune iniziative promozionali all’abbattimento delle barriere architettoniche, dal biglietto unico per i musei a un portale turistico per far conoscere Viterbo agli utenti della rete. Addirittura, una parte dei fondi la si vorrebbe destinare all’acquisto di panchine e bagni pubblici, cose che il Comune dovrebbe invece finanziare diversamente, anche perché bagni e panchine non sono certo appannaggio dei soli turisti. In una città normale dovrebbero far parte dei servizi minimi e indispensabili a disposizione di tutti. Ma Viterbo non è una città normale e l’amministrazione in carica, che ben riflette la confusione che regna in città, non si smentisce. Insomma, con quei soldi nulla di veramente degno di un progetto serio per il lancio della città nel circuito delle località d’arte e cultura del nostro Paese.
Ma al di là di ciò sono anche gli aspetti tecnici a fare acqua da tutte le parti. Dopo che l’altro ieri molti consiglieri avevano chiesto una specificazione precisa delle spese da finanziare con questa tassa, ieri, alla ripresa dei lavori della quarta commissione, l’assessore Marco De Carolis si è presentato senza aver minimamente predisposto alcunché, disattendendo peraltro gli impegni presi dal collega Contardo il giorno prima. Mancanza, questa, di correttezza istituzionale, come ha fatto subito notare il capogruppo del Pd Luisa Ciambella, che durante la prima riunione della commissione aveva chiesto – ricevendo rassicurazioni da Contardo, il ritorno della delibera in commissione completa di tutte le parti mancanti, ovvero di tutti gli importi nelle varie voci di spesa con relativi pareri tecnici. Ciliegina sulla torta il fatto poi che ieri la maggiorana si sia presentata in aula senza il dirigente Celestini.
“C’è un problema di merito e di metodo – ha spiegato la Ciambella -. Tanta approssimazione non si è mai vista. Di fronte alla nostra disponibilità al confronto ed eventualmente a votare una delibera rivista, ci è stato riproposto un testo pasticciato”. Risultato: alla fine, la maggioranza ha dovuto ammettere che qualcosa non andava e dunque la riunione di ieri si è alla fine conclusa con un nuovo rinvio della delibera previo parere della ragioneria”. Nel merito la minoranza sostiene invece che i fondi vengono dispersi in troppi rivoli anziché essere concentrati su interventi organici e mirati. Sotto accusa, ad esempio, i soldi per il marketing, “una parola che può voler dire tutto e niente”, sempre Luisa Ciambella.