
E’ una provincia strana quella di Viterbo. C’è una procura della Repubblica che dispone l’arresto del presidente di una delle società pubbliche più importanti del territorio – la Talete – e nessuno (Provincia e Comune di Viterbo) si sente in dovere di spendere una parola per commentare l’accaduto. Commentare, abbiamo detto, non puntare il dito contro Salvatore Parlato, che peraltro, lo ricordiamo, è finito nei guai per questioni che riguardano il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura), che nulla c’entrano con la società di gestione del servizio idrico nella Tuscia. Commentare, ribadiamo, anche solo per venire incontro alla voglia di sapere che sicuramente c’è nell’opinione pubblica.
Tutti zitti, sia nel bene che nel male. Zero dichiarazioni, anche solo di circostanza, non importa se a favore o contrarie al presidente. Non uno – il presidente della Provincia Pietro Nocchi o il sindaco del capoluogo Giovanni Arena – che dica di essere sicuro dell’estraneità di Parlato ai fatti contestati; o che affermi più semplicemente la propria fiducia nell’operato della magistratura; o al contrario, come spesso accade in politica, che chieda le dimissioni del presidente di Talete. Nessuna presa di posizione, né in un verso, né nell’altro.
Si dice che siano stati tutti colti di sorpresa e non sanno che fare, né che dire. Ma ciò poco cambia nel risultato finale: per i politici viterbesi è come se il problema, o presunto tale, non esiste. Muto Giovanni Arena, muto Pietro Nocchi, muti tutti gli altri sindaci della provincia. Nessuno che si prenda la responsabilità di rilasciare uno straccio di dichiarazione. Un grande imbarazzo e basta, mentre l’opinione pubblica appare trattata come un popolo bue che non si merita niente. E poi si chiedono perché la politica ha perso credibilità.