Sarà il Tar del Lazio a dire se l’elezione del nuovo cda della Talete sia valida oppure no. Quando sembrava che ormai non se ne facesse più nulla – scadono in queste ore i termini per opporsi a quella decisione – il Comune di Viterbo ha dato mandato a un legale di procedere con il ricorso.
Palazzo dei Priori, che è l’azionista di maggioranza della società dell’acqua, è uno dei cinque Comuni, tutti di centrodestra, che hanno deciso di passare alle vie legali dopo la famosa assemblea del 21 novembre durante la quale per poco non si venne alle mani.
Sotto accusa le modalità di voto con cui si era giunti all’elezione dei consiglieri di Talete Stefania Pierini in quota Pd e Giuseppe Fraticelli di FI e alla riconferma del presidente Salvatore Parlato, la cui nomina, insieme a quella della consigliera Pierini, sarebbe stata sostenuta dal consigliere regionale Panunzi.
In particolare si contesta che il presidente della Provincia Nocchi abbia votato con una delega a nome di tre comuni assenti, mentre, secondo quelli che fanno ricorso, un sindaco può delegare un membro della giunta o rappresentante del consiglio comunale, ma non il presidente della Provincia. Quella mossa si rivelò determinante.