Diciamocelo senza nasconderci dietro un dito. Lo spettacolo che sta dando questa maggioranza al Comune di Viterbo non s’è mai visto e nessuno l’avrebbe potuto immaginare di queste dimensioni e in tempi così brevi. Al confronto l’amministrazione Michelini, dove le liti cominciarono dopo due anni, appare oggi quasi come un’età dell’oro.
In realtà, ripercorrendo il nastro all’indietro fino ad arrivare alla campagna elettorale di un anno fa, se ci si concentra bene, ci si accorgerebbe che i presupposti di tanto caos (percepiti anche dai viterbesi che infatti hanno optato in massa per un voto di protesta a favore della Frontini) c’erano tutti sin dall’inizio. E d’altra parte, quando, per mettere d’accordo quelli che pretendono di chiamarsi alleati, c’è bisogno di far intervenire i vertici romani non c’è da aspettarsi nulla di buono.
A elezioni avvenute la prima grana scoppiò con Santucci che con quattro voti ha preteso due assessorati. Uno per Barbieri, l’altro per la sua compagna Alessia Mancini. Hanno ceduto per evitare di fare una brutta figura prima ancora di cominciare. A ben guardare che quel cedimento è stato però fatale: tutti da quel momento in poi si sono sentiti in diritto di alzare la voce, tanto qualcosa – hanno pensato – lo avrebbero ottenuto. Ma non è così che possono funzionare le cose e infatti, come si vede, alla fine tutti i nodi vengono al pettine. Per paura di un po’ di dolore nel disinfettare la ferita aperta all’indomani del voto da Santucci sono stati fatti entrare germi che ora mettono a rischio l’intero organismo. Germi che hanno contagiato la Nunzi, una sconosciuta inventata da Fusco a cui si è rivoltata contro. Germi che probabilmente si sono impossessati anche di tante altre figure. Le quali, come tali, sono una bomba micidiale per il povero Arena. Risultato: a casa non ci andranno, perché alla fine per salvare la poltrona, faranno sempre buon viso a cattivo gioco. Ma in ogni caso non combineranno nulla di buono per la città.