Nella lettera su Facebook – e dove altrimenti – con cui si congeda dall’incarico di assessore con delega anche alla sicurezza, Claudia Nunzi cita tra le “cose fatte” l’applicazione del primo daspo urbano, quello contro la donna che il 4 settembre, ubriaca, urlava ai passanti in via Cairoli. Qualche mese dopo quel caso che tante polemiche provocò per la sproporzione della misura adottata, abbiamo scoperto grazie ai carabinieri che a Viterbo la mafia faceva il buono e il cattivo tempo, ma per l’ex assessore l’allontanamento di una persona disperata dalle vie del centro storico rappresenta ancora oggi uno dei suoi più grandi successi. Non stiamo dicendo ovviamente che spettasse a lei smantellare l’organizzazione malavitosa, ma che forse non ci si dovrebbe vantare neanche di aver fatto la guerra agli ultimi, spacciandola per di più come la soluzione ai problemi della città.
E’ un lungo sfogo quello della Nunzi. Che sicuramente in questi mesi da assessore a polizia locale, termalismo e agricoltura ha dimostrato volontà e impegno. Buone intenzioni che però si sono dovute scontrare con la realtà, e cioè la mancanza di risorse. Non ci sono soldi e nel caso della municipale, neanche gli uomini. Il comando è sotto organico da tempo immemore. Un problema che aveva chi c’era prima dell’arrivo della Nunzi e che si ritroverà anche chi verrà dopo di lei. Per questo fu del tutto inutile, appena insediatasi, lanciare la campagna a colpi di hashtag contro la sosta selvaggia nelle piazze del centro. Dopo una decina di giorni, non potendo prolungare i controlli serali, tornò tutto come prima e forse anche peggio. L’assessore paga anche una certa sovraesposizione mediatica dovuta all’inesperienza. Sovraesposizione di cui a beneficiare sono stati proprio i suoi colleghi di giunta. Che infatti, da vecchie volpi della politica, si sono ben guardati dal consigliarle di sottrarsi da social e taccuini, con il rischio di incappare in gaffe e polemiche. Laura Allegrini tra i pochi a dimostrarle pubblicamente il proprio sostegno anche nei momenti più difficili.
I giornali locali iniziarono ad accorgersi dell’attivismo del giovane assessore quando l’estate scorsa inviò una pattuglia della municipale a far rimuovere i panni stesi alla finestra di un palazzo, in via delle Fabbriche. Bisogna riportare il decoro partendo dalle piccole cose, disse allora. Da quel giorno Claudia Nunzi divenne per tutti la sceriffa. Sguardo marziale, passo spedito: la foto che la ritrae mentre guida i vigili verso la macchina di Santa Rosa la sera del 3 settembre rappresenta il suo Everest. L’apice della sua breve, per ora, carriera come assessore. Per di più, nel giorno in cui era presente in città anche il suo capitano, ormai ex.
La sceriffa balzò sulle pagine delle cronache nazionali quando avanzò la proposta di multare non solo chi chiede l’elemosina, ma anche chi la fa. Il famoso reato di bontà, come venne ribattezzato tra l’ilarità generale. Era talmente calata nel ruolo che, sostituendosi al dirigente, si mise addirittura a organizzare i servizi notturni in città dei vigili. Iniziativa che lei smentì si fosse svolta nei termini in cui la riportarono i giornali, ma che in un modo o nell’altro provocò una spaccatura interna al comando di polizia locale ancora oggi insanabile tra lavoratori pro e quelli contro l’assessore.
Ma torniamo al post. Non mancano, secondo noi, alcune contraddizioni politiche in quello che scrive la Nunzi. Per esempio l’assessore elenca tra i suoi meriti quello di aver dato l’indicazione di applicare al massimo la nuova legge sulla sicurezza, legge che però porta il nome del capo del partito da cui lei è scappata dicendo peste e corna.
Termalismo. Anche in questo caso la Nunzi ha fatto il passo più grande della gamba. Dichiarò che in pochi mesi il Bullicame sarebbe stato riaperto e alle Piscine Carletti sarebbero stati sistemati parcheggio e staccionata. A oggi invece non è cambiato niente. Nella lettera su Facebook, l’ex assessore si vanta di aver avviato un progetto con l’Università per il recupero dell’area, dimenticando che si è arrivati a questo progetto dopo la ramanzina del prefetto preoccupato per lo stato in cui versano ancora le pozze pubbliche. E che fu Fusco in persona a doversi muovere per metterci una pezza. A oggi al Bullicame è stato installato solo il sistema di videosorveglianza. Mentre per sostituire i cristalli danneggiati dai vandali, bisognerà aspettare ancora. In realtà i pezzi nuovi suono arrivati, ma non possono essere montati perché il bando non lo prevedeva e adesso bisognerà farne un altro. Ma questo è ancora il minimo rispetto al problema principale che rimane la mancanza dell’acqua. Tutte questioni che si trascinano da prima della Nunzi a Palazzo dei Priori e che forse andavano affrontati con meno annunci e più fatti. dal neoassessore.
Assessore non pervenuto infine sull’agricoltura, nonostante le numerose questioni sul tavolo: dalla richiesta da parte del Pd di un consiglio comunale sull’abuso di fitofarmaci in agricoltura, ai temi della sicurezza sul lavoro e del lavoro nero, segnalati più volti dai sindacati del settore.
Sorvolando sui ringraziamenti al consigliere Scardozzi con cui è passata al gruppo di Fratelli d’Italia, concludiamo questa rassegna con la risposta di un cittadino al post della Nunzi, là dove racconta che “il primo giorno da assessore, mi sono chiusa in ufficio e dentro di me pensavo: e ora da dove comincio?!”. “Credo – si legge tra i commenti – che non si debba arrivare a un assessorato ponendosi la domanda ‘e ora da dove comincio?’. La preparazione è fondamentale e una forma di rispetto per i cittadini che hanno votato”.
Forse il problema era tutto qui.