Nasce anche in provincia di Viterbo il Movimento spontaneo degli allevatori ovini, che si dichiara senza bandiera e libero da ogni etichetta.
“Da qualche tempo il comparto zootecnico ovino si sta muovendo in Italia per rivendicare i propri diritti. I primi presidi e le prime proteste – si legge in un comunicato – si sono mossi in Sardegna per rendere pubblico attraverso le manifestazioni le difficoltà del comparto. Le regioni Lazio, Umbria, Toscana e Marche si sono unite e mosse sulla scia della Sardegna, approvando la protesta non violenta del versare a terra il latte pur di non consegnarlo agli imprenditori dell’industria casearia, cercando di far mandare forte e chiaro il messaggio: ‘piuttosto che svendere la nostra materia prima preferiamo buttarla’. Il lavoro del pastore, uno dei più antichi del mondo, diventa oggi oggetto di sfruttamento da parte di chi con pochi spiccioli crede di poter comprare la nostra dignità. Il movimento spontaneo di allevatori ovini, venutosi a creare nel Centro Italia, si dichiara un gruppo di allevatori senza bandiera, libero da ogni etichetta”.
E ancora: “E’ stata avviata una raccolta firme per identificarci come ‘pastori liberi’, in modo da essere noi i protagonisti del nostro futuro ed arrivare ad un tavolo di discussione senza delegare personaggi che fino ad oggi non hanno fatto i nostri interessi. Al momento sono state raccolte in pochi giorni 800 firme di allevatori che condividono la nostra protesta. Noi del comparto Lazio, Umbria e Toscana abbiamo inviato una e-mail al ministero delle politiche agricole e forestali, chiedendo si essere presenti al tavolo indetto per il 21 febbraio, in quanto le esigenze che presentano queste tre regioni sono completamente differenti rispetto a quelle della Sardegna. Abbiamo bisogno della partecipazione di tutto il comparto, dell’unione di tutti i pastori, perché insieme si può vincere una guerra. E questa è una guerra. E’ una guerra ad armi impari alla quale è necessario ribellarsi o adesso o mai più. Per questo non intendiamo arrenderci perché stiamo lottando per il nostro futuro, non intendiamo accontentarci dell’elemosina che ci è stata proposta, intendiamo lottare ad oltranza fino a quando non otterremo quel che chiediamo. Il prezzo del latte ovino non sia mai più sotto un euro”.