Il Pd della provincia di Viterbo ha bisogno di uscire dalla stagione dei veleni. Alla vigilia delle elezioni europee e amministrative, viaggiando tra le tifoserie delle varie anime del partito, si scopre non a caso che, al di là delle prove muscolari in corso da mesi, tutti avvertono la consapevolezza che senza una ritrovata unità non si va da nessuna parte. In queste condizioni il centrosinistra perderà ovunque.
In questo contesto abbiamo riscontrato in entrambi i fronti l’esigenza di un messaggio pubblico a Zingaretti, candidato alla segreteria nazionale, affinché si impegni per voltare pagina e superare le correnti. Allargando e aprendo il partito – e facendolo premiando il merito e non i fedelissimi attraverso un programma condiviso – il presidente acquisterebbe l’autorevolezza per ricostruire un fronte compatto. Gli viene pertanto rivolto l’invito affinché il suo impegno in questa direzione, espresso in via teorica e raccontato in tutta Italia, lo metta finalmente in campo anche a Viterbo, dove sino ad oggi ha invece vestito i panni del capo di una fazione alimentando gli scontri e non bloccandoli come era auspicabile.
Zingaretti ormai da anni a Viterbo partecipa solo agli incontri di corrente, mai a quelli di partito. Non ha sostenuto il Pd alle elezioni comunali nel capoluogo e continua, come dimostrano le iniziative che organizza la sua giunta sul territorio, ad ignorare il partito nella sua totalità. Il presidente non va dove sta il Pd, ma dove invece ci sono quelli che dal Pd sono stati espulsi per due anni definitivamente. In molti si chiedono perché un presidente che ha sempre pubblicamente dichiarato di non voler entrare nelle battaglie interne si sia messo alla testa di una fazione consentendo una gestione del potere punitiva nei confronti di chi non appartiene alla sua corrente. Di fronte a tutto questo l’appello di tanti militanti di tutte le aree è semplice: perché, caro presidente, non metti in pratica anche nel Viterbese i tuoi programmi? Perché non trasformi le parole in fatti?
In molti stanno apprezzando il lavoro avviato da Astorre per abbassare il livello delle guerre intestine. Ci si augura che anche Zingaretti segua l’esempio del segretario regionale lavorando per un’unita sostanziale senza la quale si caricherà di una responsabilità enorme di fronte alle ulteriori drammatiche sconfitte a cui va incontro il Pd viterbese. Al di là delle chiacchiere e dei risultati dei gazebo, tutti sanno, e per primo lo sa Zingaretti, che la provincia di Viterbo può costruire un Pd credibile con l’apporto dei moderati e della sinistra riformista. In alternativa, un Pd di sinistra sinistra arriverà di gran lunga sotto la media dei sondaggi nazionali.
Caro presidente, sappiamo da tanti boatos che lei spesso non gradisce gli articoli di questo nostro giornale. Un giornale senza pubblicità, quindi totalmente libero. Libero soprattutto dai forti e dai condizionamenti di chi paga appunto la pubblicità. Ospitiamo in queste pagine quelli che a Viterbo non avrebbero voce, diamo possibilità di ascolto e confronto a pluralità di pensieri. Caro presidente, ci permettiamo di dirle, sommessamente, di diffidare da chi le da sempre ragione, raccontandole che a Viterbo va tutto bene così. Le cose non stanno in questo modo.