Né sottovalutazione né sottomissione, la risposta ferma e unanime del Pd di Viterbo sulla vicenda dei 13 arresti per i reati aggravati dal modello di stampo mafioso.
La presa di posizione è giunta ieri durante i lavori della direzione, alla presenza del segretario regionale Bruno Astorre, coordinati dalla segretaria dell’Unione comunale che ha ribadito come “il dibattito in corso ha l’obiettivo di capire quali iniziative in termini di partecipazione e informazione sul contrasto alla criminalità organizzata il Partito democratico può dare, partendo da campagne di sensibilizzazione con le scuole sul tema e cercando di avvicinare sempre più i giovani alle istituzioni”.
Astorre ha sottolineato l’importanza dell’azione corale della città e ha fatto un plauso al lavoro svolto dal gruppo in Consiglio comunale (Luisa Ciambella e Martina Minchella) circa la convocazione del Consiglio straordinario aperto: “Davanti a fenomeni come quelli che sono accaduti nel territorio viterbese – ha detto – è opportuno che le istituzioni tutte e in sinergia lavorino su due fronti: occupazione e accesso al credito”.
La direzione da parte sua ha anche espresso il proprio apprezzamento per la presenza del senatore Astorre su un tema di questa delicatezza, evidenziando “come la sua prima uscita a Viterbo da neo segretario sia avvenuta in questa circostanza”.
Luisa Ciambella ha sottolineato il lavoro promosso dal gruppo, condiviso da tutta l’opposizione, per arrivare a convocare per il 15 febbraio il Consiglio straordinario aperto sulla legalità, “perché la risposta unanime contro ogni forma di criminalità organizzata – ha detto – può venire soltanto dalla sede istituzionale, il Consiglio comunale, con una voce unanime. Mai sottovalutare i fatti, la città di Viterbo non si sottomette, i giovani viterbesi non si sottomettono, gli imprenditori viterbesi non si sottomettono, le istituzioni non si sottomettono”.
“Ricorrono i cento anni dall’appello dei Liberi e Forti di don Luigi Sturzo – ha concluso la capogruppo dem – noi abbiamo il dovere come istituzioni di dire che siamo liberi dai finti forti”.