Sulla Trasversale i timori espressi dal presidente dei costruttori Andrea Belli sull’allungamento dei tempi per concludere l’opera e ancor di più il rischio di perdere i 470 milioni già stanziati a questo scopo, sono condivisi anche dal sindacato.
“La sentenza del Tar del Lazio, che ha rinviato la palla alla Corte di Giustizia Europea lascia l’amaro in bocca a tutti i lavoratori edili e alle imprese locali, che avrebbero potuto avere un’opportunità lavorativa nella fase conclusiva degli ultimi 17 chilometri che separavano la speranza di sviluppo economico per la provincia di Viterbo e il collegamento tra Adriatico e Tirreno”, si legge in una nota del segretario della FenealUil Francesco Palese.
Il sindacato fa notare che aspettare che la Corte di Giustizia Europea, significa aspettare ancora anni per vedere completata quest’opera. Sul Tar le aspettative erano altre: “A noi interessava che si concludesse una volta per tutte, in risposta allo sviluppo ed all’occupazione, che nella nostra provincia, se forse nessuno se ne è accorto, sta diventato giorno per giorno sempre più drammatica”.
“Non vogliamo la cementificazione a tutti i costi e siamo per il rispetto dell’ambiente, ma ci chiediamo – prosegue la FenealUil – tutti questi soldi spesi fino ad oggi, costati a tutta la collettività, a cosa sono serviti? Sono passati circa 60 anni dalla progettazione alle opere eseguite fino ad oggi alle porte di Monte Romano, quanti ne devono ancora passare? A cosa sono serviti?”.
Tanti gli interrogativi sollevati dal sindacato. Ma guardando al futuro, uno su tutti resta quello più pesante: “I 470 milioni stanziati per il completamento, saranno ancora lì ad aspettare la sentenza della Corte di Giustizia Europea o prenderanno un altro indirizzo (siamo sicuri che sia così)?”