“Quanto sono costati ai cittadini di Viterbo e provincia i dearsenificatori? Quanto è costata la loro manutenzione? Trattandosi di soldi pubblici qualcuno sarà chiamato a spiegare questa mole di denaro spesa senza aver risolto il problema”.
Dopo l’ultimo monito con cui la Commissione europea ha richiamato l’Italia per i valori di arsenico e fluoruro nell’acqua di Viterbo, il capogruppo del Pd in consiglio comunale chiede il conto. Se dopo tutti questi anni le cose stanno ancora così – spiega in sostanza Luisa Ciambella – è evidente che i rimedi adottati finora non hanno funzionato: “Dietro cosa si nasconderanno gli amministratori della società Talete che gestisce il servizio?”
Per i viterbesi piove sul bagnato: “Cosa potrebbe accadere di peggio a un territorio che dopo anni si trova la salute a rischio e un rincaro in bolletta per quell’acqua che ormai pagherà come il vino?” rincara la Ciambella, ricordando la decisione dell’assembela dei soci di Talete di aumentare la tariffa. E attacca il sindaco: “Arena, dimostrando un grande coraggio si limita a dire che Viterbo ha i valori apposto. Quindi cari viterbesi potete pagare di più l’acqua e siate anche contenti per favore, poteva andare peggio”.
In realtà un’altra soluzione era stata individuata a suo tempo, Stiamo parlando della miscelazione delle acque, “ma questa non è stata né programmata, né progettata e né realizzata”.
“E pensare che i proprietari di Talete sono la Provincia ed i Comuni che al primo punto del loro impegno dovrebbero avere la salute del Cittadino e non gravare sulle sue tasche per soluzioni chiaramente non efficaci. Mi auguro che il socio di maggioranza, che è il Comune di Viterbo, si decida a fare la propria parte. Per questo mi auguro che i cittadini partecipino al prossimo Consiglio straordinario sull’acqua del 5 febbraio, per avere l’opportunità di conoscere la questione e di farsi una propria autonoma opinione”, conclude il capogruppo del Pd.