Si allontana il completamento della trasversale Orte-Civitavecchia, che, finanziato dai governi Renzi-Gentiloni con 400 milioni di euro, dovrà attendere l’esito del ricorso al Tar presentato da varie associazioni ambientaliste e cittadini.
I tempi, già di per sé biblici con un iter normale, dato che dove il Tar ci sarebbe stato il Consiglio di Stato, sono infatti destinati ad allungarsi ulteriormente per la decisione del Tar di rigirare la patata bollente al Corte di giustizia europea.
La notizia si è appresa grazie alla pubblicazione dell’ordinanza della prima sezione del Tribunale amministrativo relativa appunto al ricorso firmato da Italia Nostra, Wwf, Forum ambientalista, Lipu, Gruppo di intervento giuridico e da cittadini residenti, contro la presidenza del Consiglio dei ministri e contro l’Anas. Ricorso in cui si chiede l’annullamento del provvedimento di compatibilità ambientale del tracciato verde del tratto Monteromano – Civitavecchia (Valle del Mignone).
“Ebbene – commentano le stesse associazioni in una nota – come ormai in molti avevano capito, recependo pressoché tutte le osservazioni presentate dai ricorrenti, i giudici, nelle conclusioni della ordinanza, hanno rimesso alla decisione della Corte europea i dubbi ed i quesiti maturati nel corso di questi ultimi anni sulla legittimità della scelta del ‘tracciato verde’ nella Valle del Mignone. Ricordiamo infatti che il tracciato verde per 14,4 chilometri passa in una zona a protezione speciale (zps) e dista dai 100 metri a 1 chilometro da un’area di interesse comunitario (sic), che è il corso stesso del fiume Mignone. Si tratta in entrambi i casi di siti di Natura 2000, una rete europea istituita per la conservazione della biodiversità”.
“Nell’ordinanza – continuano – si sottolinea come Anas non abbia mai dimostrato che il tracciato non avrà incidenze negative sul sito, non avendo completato la Valutazione di incidenza ambientale (Vinca), prevista dalla direttiva Habitat (come peraltro richiesto dal ministero dell’ambiente). Queste le ragioni che hanno portato prima il ministero dell’ambiente ad emettere ben due pareri negativi e oggi il Tar del Lazio a recepire la tesi dei ricorrenti sulle ragioni dell’illegittimità del provvedimento della presidenza del Consiglio dei ministri e della delibera Cipe, seguita al primo provvedimento. Il collegio ha confermato l’ammissibilità e la piena legittimità dei ricorrenti (sia le associazioni che i singoli residenti) ad impugnare il provvedimento, cosa che era stata contestata dai legali delle controparti. Le pagine dell’ordinanza rimarcano poi il consolidato principio che la tutela ambientale non può essere sacrificata rispetto all’interesse economico, evidenziando come ‘la normativa e la giurisprudenza eurounitaria individuano il bene ambientale come primario’ e che ‘la scelta e la delimitazione di una zona a protezione speciale non può tener conto di esigenze economiche in quanto esse rispondono a motivi imperativi di rilevante interesse pubblico (conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche)”.
“Ma la decisione del Tar – concludono – ha una enorme importanza che travalica gli aspetti locali ed investe la Comunità europea su un quesito che è destinato a costituire pesante giurisprudenza per il futuro e per diversi casi analoghi esistenti.Viene infatti chiaramente posto dal Tribunale il dubbio sulla legittimità che una decisione di un vertice politico di una nazione (come la presidenza del Consiglio dei ministri) possa sostituire e travalicare quella della massima autorità competente in materia ambientale (ministero dell’ambiente) anche in palese presenza di danno ambientale immitigabile. Dalla Valle del Mignone e dalla perseveranza e dal coraggio dei cittadini, dei comitati e delle associazioni sta prendendo quindi corpo una battaglia ben più grande e di validità universale per tutta l’Europa, in barba ai tanti soloni che su questo tema hanno speso parole superficiali e disinformate in spregio a qualsiasi forma di rispetto dell’ambiente, del territorio e dei residenti stessi. Il cammino verso la verità e la giustizia è fatto di tanti piccoli pass e noi non intendiamo fermarci”.