
Nell’era delle fake news anche una festa di auguri per i bambini può diventare oggetto di propaganda.
“Razzismo a Viterbo. Unicef organizza una festa di buon anno per i bambini stranieri: esclusi i bambini poveri italiani”. Eccola la bufala confezionata nei giorni scorsi su Internet da un sito di estrema destra (Riscatto Nazionale), che dopo aver ripreso una notizia apparsa su un quotidiano locale on line, ne ha stravolto completamente la lettura per denunciare un caso di razzismo al contrario, verso cioè i bambini italiani. Caso che nella realtà non esiste.
Con gli stessi toni se ne parla anche su un altro portale Internet, una specie di aggregatore on line di notizie, rititolate poi in chiave sovranista e populista.
L’evento, in programma venerdì corso presso la Casa dei diritti della Tuscia, era organizzato effettivamente per i bambini immigrati domiciliati a Viterbo, ma nell’articolo del giornale viterbese in cui si fa l’annuncio dell’iniziativa non si parla affatto di accesso riservato solo a quelli stranieri o di divieti nei confronti dei loro coetanei italiani. Anzi. E’ esattamente il contrario. L’incontro serviva “per promuovere sempre di più i valori dell’accoglienza, dell’integrazione e della solidarietà”. Una serata dedicata ai bambini stranieri, ma aperta a tutti.
Detto questo, non c’è bisogno di stare qui a elencare il numero di iniziative che l’Unicef organizza durante tutto il corso dell’anno per i bambini, italiani o stranieri che siano.
Invece nel preambolo alla notizia che appare sul sito di estrema destra si parla di “brutto episodio di razzismo”: “Una festa per augurare buon anno ai bimbi ma solo a quelli stranieri che purtroppo risiedono in Italia. Escludendo i bambini delle famiglie povere italiane”.
Per fortuna a corredo del commento si trovano il testo e il link all’articolo originale. In questo modo ci si può rendere conto che la notizia diffusa dal quotidiano locale sia completamente diversa da quella descritta, distorcendola, dal sito di estrema destra. Ma è facile cadere nell’inganno. E infatti sui social, dove non si perde tempo a leggere tutti i particolari, la bufala ha avuto diverse condivisioni.