
Più che un Consiglio comunale quello di Viterbo sembra diventato ormai un’Armata Brancaleone. La riprova si è avuta ieri pomeriggio. Non sono mancati momenti divertenti (eufemismo), come quando ad esempio l’assessore al bilancio Enrico Contardo, interrogato da Alvaro Ricci su una variazione di bilancio di neanche 100 mila euro, non è stato in grado di rispondere da quali capitoli di spesa erano state reperite quelle risorse che si andavano a destinare, frazionate in taglia di tra i 5 e i 10 mila euro, a vari piccoli interventi disseminati qua e là per la città e le frazioni. Peggio di lui ha fatto la ragioniera, un tecnico dunque, che, pur cercando di arrampicarsi sugli specchi per dare un senso alle carte che aveva portato all’esame dell’assemblea, ha di fatto dovuto ammettere che né lei, né l’assessore le avevano lette.
Per non parlare poi della compagna di Gianmaria Santucci, l’assessore Alessia Mancini, che quando ha preso la parola per parlare del recepimento del regolamento regionale per l’applicazione della tassa di soggiorno non si è neanche alzata dalla sedie per illustrare l’argomento in oggetto, come invece fanno tutti gli assessori. Quasi fosse intimidita, ma non si sa da che cosa, la Mancini sembrava un pesce fuor d’acqua tanto che stavolta è stata Luisa Ciambella a prendere la parola per farle notare quantomeno la necessità di alzarsi in piedi per un fatto di decoro, oltre che di rispetto nei riguardi dell’assemblea e dell’istituziuone. Non basta essere moglie o compagna di – ha di fatto notato la Ciambella – per rivestire cariche pubbliche in seno a un ente che per quanto bistrattato possa essere rappresenta tutta la comunità.