Grandi manovre a Canepina. Tempo di tattiche e strategie per preparare la campagna d’inverno/primavera per dare l’assalto alla segreteria nazionale del Pd al seguito di Zingaretti. Nelle cantine, dove sono state allestite delle vere e proprie conference room, manco fossimo alla Casa Bianca, è tutto un susseguirsi di riunioni. Si discute di quale incarico chiedere per Rico (perché, tranquilli, lui uno ne vuole), ma non subito… ovviamente, quando Zingaretti diventerà presidente del Consiglio. C’è chi lo vuole ministro degli interni e chi dell’agricoltura: a lui, da quanto è dato sapere, stanno bene tutti e due, l’importante è contare. Le conferenze room nelle cantine si occupano ognuna di temi diversi: c’è appunto quella che pianifica il futuro governo del Paese, dove è stato fatta arrivare una linea telefonica riservata in contatto diretto con la presidenza della Regione, e quella deputata ad affrontare i problemi locali, rappresentati sul territorio viterbese da quel “provincialotto” di Fioroni, di cui Rico ha le scatole piene. Quello che fa Peppe viene seguito scrupolosamente, nei minimi dettagli, dato che l’ordine è solo uno: annientarlo. Rico non ha pietà per nessuno e Fioroni deve morire.
Fioroni intanto, in questo periodo, sta pubblicando alcuni libri sulla politica nazionale del ventesimo secolo e la cosa, per quanto non tocchi direttamente i piani canepinesi, viene vissuta con molto disappunto dai pretoriani di Rico, anche se poi a calmare le acque interviene sempre lui in prima persona e a chi gli dice che ne pensa di questi volumi su Moro o don Sturzo dati alle stampe, risponde: “Tranquilli, se deve stufà (stancare) de scrive libri”. E già… se deve stufà. Solo tocca vedere chi si stufa prima: se Fioroni a scrivere libri o Rico a correre dietro a quello che fa Fioroni.