C’è gente che non sa proprio tenere la lingua apposto e che, per questo suo vizietto, rischia di essere querelata, ma forse neanche se ne rende conto. Vogliamo sperarlo per loro. Grave soprattutto quando a sparlare, raccontando fesserie, sono persone che hanno che hanno a che fare con il pubblico. E ancor più quando costoro sono in qualche modo strettamente collegati a personaggi politici.
A Viterbo accade anche di questa roba. Accade che uno, da dietro un bancone, cominci a far comizi raccontando falsità agli avventori sul conto di altri. Per renderle più credibili, potendo contare sulla presenza di un proprio congiunto all’interno del palazzo, butta lì frasi generiche e del tutto infondate, facendole però passare per grandi verità: “Non sapete che è stato trovato… Non vi rendete conto…”.
Ma non sapete che?, ci si chiede. Che è stato trovato (in Comune, s’intende) che non si può raccontare? Di che si parla? Una cosa dev’essere chiara: quando si muovono accuse o si hanno le prove di quello che si dice o si rischia di essere denunciati. E questa è la fine che farà chi, da dietro un bancone, tra un caffè e un amaro si diletta a raccontare stupidaggini ai viterbesi.