L’acqua bene comune: gli italiani l’hanno detto con chiarezza, ma la società Talete, a capitale totalmente pubblico, scrive una delle pagine più brutte della politica. La destra e la sinistra hanno dato uno spettacolo indecoroso, azzuffandosi come cani famelici per la conquista di un osso da spolpare. Il presidente Nocchi, fantasma di se stesso, dei suoi ideali e dei sui valori, preda di spinte e pressioni, vota con delega al posto degli assenti, mettendo in atto una procedura inedita, quanto di dubbia legittimità. Tutto questo per consegnare al padrone di turno la gestione di una società ogni giorno sotto attacco per l’arsenico, i floruri, la rete inadeguata, gli appalti sempre più sotto controllo e i bilanci sempre più in bilico.
Mentre ci si occupa di gestione, si aumentano le bollette per strapagare i dearsenificatori e a breve si aumenteranno ancora a fronte di un servizio tutto meno che adeguato. Ma non frega niente a nessuno: l’importante è gestire, tanto poi pagheranno i cittadini.
Ma quali sono i programmi su cui si accoltellano la destra e la sinistra? Qual è il progetto della Perini? Che cosa, questa signora, pensa di diverso da Fraticelli? Nessuno lo sa, l’importante è gestire e la gestione, si sa, è inodore, incolore e insapore. La politica dell’acqua bene comune non è nelle corde del presidente Nocchi e del sindaco Arena. Meglio gestire, accaparrarsi posti e prebende e poco importa se i cittadini avranno un’acqua potabile con difficoltà e che costa sempre di più.
La gente anche a Viterbo non è stanca della politica, ma di questi politicanti, che poi si chiedono perché i Cinque Stelle e Salvini vincono. La pagina di ieri è una vergogna che sicuramente il fantasma Nocchi, Re Travicello, non avrà né il coraggio, né il sussulto etico e morale di cancellare. Il sindaco Arena farà l’indignato ma comunque avrà uno che gestisce per lui la consociazione e di certo non si preoccuperà dell’acqua come pubblico bene. Il prefetto, per ragioni di istituto, era presente, speriamo che almeno lui trovi la forza di rimuove questa indegna pagina delle istituzioni pubbliche di Viterbo. Lo scarto che Nocchi e le sue alchimie giuridiche hanno portato a casa, con uno 0,20 in più del centrosinistra sul centrodestra, è la fine della politica e il trionfo della barbarie di una gestione fine a se stessa.