Pubblichiamo qui, quasi per esteso (per non alternarne il senso e in modo che ognuno possa farsi una propria idea sull’argomento), la parte finale dell’intervento della consigliera Chiara Frontini alla seduta del consiglio comunale di martedì, durante la quale si è discusso delle linee programmatiche della giunta Arena. Le dichiarazioni appaiono come sintesi scritta sulla pagina Facebook della Frontini e ripropongono fedelmente quanto detto in aula dalla consigliera di Viterbo Venti Venti, come documenta anche il video che accompagna il testo.
“Purtroppo siamo ormai abbrutiti, abituati all’ignavia, alla distanza tra la politica e la gente. Tanto che un sindaco che ti risponde su Facebook sembra un evento straordinario mentre invece è quanto di più naturale possa esserci. Come rifare gli asfalti di notte.
Dov’è il merito in questo, dov’è il cambio di passo, dov’è qualcosa che farà crescere la città, che farà aumentare i posti di lavoro? E’ solo ordinaria amministrazione ma siccome ahimè c’avevano disabituato anche a quella, allora sembra chissà che impresa.
Perché purtroppo Viterbo per troppi anni è stata maltrattata che adesso ogni gesto normale sembra un miracolo: come una donna che ogni giorno viene picchiata dal marito ubriaco, e il giorno che lui rientra sobrio e non le alza le mani pensa ‘ah ma allora mi ama ancora’, salvo poi comprendere il giorno dopo che si è trattato solo di una parentesi rosa tra due schiaffi. Oggi Viterbo è questa, e noi faremo di tutto per farle capire che ‘se ti picchia non è amore’…”.
Senza volerne fare una polemica, ci viene da consigliare alla consigliera (scusate il gioco di parole) che forse è meglio non mescolare tra loro problemi che stanno su piani evidentemente diversi. Non si capisce come la gravità della violenza su una donna possa essere paragonata anche lontanamente all’operato più o meno adeguato, sempre a seconda di chi giudica, di questo o quel politico, se è questo ciò che la Frontini voleva far intendere.
E’ veramente un pasticcio logico. Che offende anche gli amministratori, di cui ovviamente si possono non condividere idee, progetti e comportamenti, ma per contestare i quali si dovrebbero utilizzare altre formule rispetto a quelle scelte dalla Frontini.