Dalla Federazione Usb di Viterbo riceviamo e pubblichiamo.
L’Usb scende in piazza il 20 ottobre contro le privatizzazioni dei settori strategici e le esternalizzazioni nel mondo del lavoro.
Il colpevole crollo del ponte Morandi, a Genova, ha riacceso l’attenzione di istituzioni e media sul tema delle nazionalizzazioni.
L’Unione sindacale di Base, da sempre, incalza i governi di ogni colore, sulla necessità di un ritorno ad un ruolo determinante dello Stato nei settori strategici sia riguardo le infrastrutture sia riguardo il mondo del lavoro. Negli ultimi trent’anni sono stati privatizzati i trasporti (ferroviario e aeroportuale), le telecomunicazioni, le poste e le tante industrie e fabbriche, fiore all’occhiello del Made in Italy e dell’ingegneria italiana.
Perfino le piazze e i luoghi di incontro sono stati inglobati dai centri commerciali, sottratti così alla socialità per essere controllati e monetizzati. Nella Tuscia, le piazze sono abbandonate a degrado e incuria, così come i luoghi di rilevanza storica e artistica del territorio (Cinema Azzurro, Magazzini Generali, Metropolitan, Cantina Sociale, Terme Inps) per dare spazio a colossi del consumo sulla direttrice della Cassia nord.
Il diritto alla salute, diritto primario della persona, è sotto attacco. Le esternalizzazioni dei servizi stanno smantellando la possibilità di accesso per tutti a prevenzione e cura.
Nella città di Viterbo, e in tutta la provincia interessata, sono state date in appalto l’assistenza psichiatrica e domiciliare. A fronte di un costo più alto per lo Stato, i lavoratori si sono visti ridurre, non solo ore e salario, ma anche diritti e sicurezza, con un danno gravissimo per i pazienti, a cui non viene più garantita la continuità e la gratuità dell’assistenza.
A nulla è valsa la volontà popolare, espressa attraverso i referendum del 2011; il 95% dei votanti si espresse in favore di una gestione completamente pubblica dei “Beni comuni”. Fra questi ultimi, in particolare la gestione del servizio idrico è quello che manifesta maggiormente la volontà privatizzatrice delle forze politiche e istituzionali. L’acqua, da Bene primario di vita, viene, tutt’oggi, considerata mero oggetto di profitto.
Con il pretesto del risanamento del debito pubblico, le classi popolari hanno già pagato un prezzo altissimo. Lo stato sociale (Welfare e servizi pubblici) per le lavoratrici e i lavoratori è parte fondamentale del salario.
Tutto ciò che è stato svenduto in questi anni per il profitto di pochi deve tornare di proprietà pubblica. Per questo l’Unione sindacale di Base sarà in piazza a Roma per la manifestazione nazionale.
L’Usb Viterbo invita tutti e tutte a scendere in piazza il 20 ottobre, è ora di prendere posizione e dire “basta”.
Manifestazione nazionale a Roma, Sabato 20 ottobre, ore 14, piazza della Repubblica.