Altra norma alquanto singolare della legge sulla semplificazione approvata dal Consiglio regionale dispone l’attribuzione a tutti i Comuni del Lazio della qualifica di località turistica, al fine di consentire a ciascuno di essi la facoltà di applicare l’imposta di soggiorno. In altri termini, per rilanciare il turismo, viene introdotta una nuova tassa. Ma è una cosa normale? Si può davvero credere di invogliare i visitatori a pernottare nei nostri paesi e nelle nostre città costringendoli a pagare un altro balzello? Stiamo su scherzi a parte?
La verità è che, anziché finanziare progetti già in essere (come ad esempio il Distretto dell’Etruria meridionale) – cosa che sarebbe possibile rimodulando la spesa complessiva dell’ente attraverso una precisa scelta di politica economica – Zingaretti pur di non toccare nulla, e quindi non scontentare nessuno, non scuce una lira in più per questo settore strategico e carica la responsabilità delle politiche turistiche sulle spalle di deboli enti locali che magari, pur di introitare qualche euro, ricorreranno domani alla tassa di soggiorno esattamente come oggi ricorrono all’autovelox.
Tutto questo avviene mentre altre Regioni, Toscana e Umbria, si stanno già attrezzando prevedendo risorse proprio per far funzionare il Distretto dell’Etruria meridionale.