Il Partito democratico ha chiesto al governo di mettere al bando il glifosato, il potente erbicida il cui utilizzo è molto diffuso in ambito agricolo anche in provincia di Viterbo.
L’interrogazione parlamentare è stata presentata il 21 settembre dalla deputata Susanna Cenni. Con essa si chiede “al ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio quali iniziative normative intenda assumere a livello nazionale volte a vietare, in maniera permanente, l’utilizzo del glifosato in ambito agricolo, al fine di salvaguardare l’ambiente, la biodiversità, nonché la salute pubblica”.
Sui rischi per la salute dell’uomo che derivano dall’impiego di questa sostanza la scienza non ha dato ancora una risposta condivisa: in ambito comunitario, per esempio, è stato autorizzato fino al 2021, ma alcune regioni italiane come la Calabria ne hanno da tempo vietato la vendita, mentre altre, come la Toscana, hanno iniziato a discuterne dopo la sentenza che ha condannato la multinazionale Monsanto a risarcire un giardiniere ammalatosi di tumore dopo aver maneggiato per anni questa sostanza.
In Italia, per effetto del decreto dell’allora ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, l’impiego del glifosato è vietato in fase di preraccolta e in prossimità delle aree sensibili (scuole, ospedali, parchi-giochi). Tuttavia il Belpaese risulta essere tra i primi “utilizzatori” di questo prodotto.
Per questi motivi, anche a difesa del biologico di cui l’agricoltura italiana sta diventando una delle principali esponenti, la deputata del Pd chiede al ministro Centinaio “alla luce di quanto evidenziato in premessa, intenda assumere iniziative normative a livello nazionale, oltre che iniziative in sede di Unione europea, volte a vietare, in maniera permanente, l’utilizzo del glifosato in ambito agricolo, al fine di salvaguardare l’ambiente, la biodiversità, nonché la salute pubblica”.