“Dobbiamo tornare a volerci bene. Dobbiamo tornare a volerci bene”. L’esortazione è riecheggiata per due volte la sera del tre settembre dentro le mura della chiesa di San Sisto. Lì c’erano i cavalieri di Rosa. Ma il messaggio era per tutta la città ovviamente. E’ stato un riferimento ai preoccupanti segnali di odio che sono affiorati nel capoluogo negli ultimi mesi? “In una città buia, Rosa si alza e ci illumina la via. Dobbiamo tornare nelle parrocchie, dobbiamo tornare a condividere e a volerci bene”, il prosieguo chiaro del messaggio.
“Rosa è con noi – le parole pronunciate prima della benedizione impartita ai facchini dal vescovo Fumagalli, ai piedi di Gloria – ma Rosa deve esserci tutto l’anno. La sera in famiglia o da soli, per concludere la giornata, dobbiamo dire una preghiera a Rosa e chiederle di pregare per noi. Tutti i giorni ci darà la forza e il coraggio. La forza, l’amore e il coraggio che servono ai facchini per trasportare la macchina e a noi per trasportare tutti i giorni la macchina della vita. La forza e il coraggio per affrontare la vita. Santa Rosa non faceva prediche, pregava tra la gente, cantava inni religiosi, aveva fiducia in Dio. Il suo amore ha cambiato la nostra città”.