Inizia un settembre caldo ed interessante per la sanità viterbese, o meglio per la Asl della nostra provincia.
Avremo la possibilità, dopo mesi, di conoscere il primario facente funzioni della pediatria? Dopo la pubblicazione dell’avviso interno, il cui esito molti ritengono scontato se ci attiene ai criteri di anzianità e professionalità, tutto si è fermato: cosa ha fatto la commissione? Quali verbali ed atti ha firmato? Perché non si sa più nulla? Le malelingue, sempre in azione, parlano di influenze elettorali e politiche, lo vedremo: noi siamo certi che non sarà così, ma intanto questa figura serve come il pane per offrire le migliori cure ai nostri bambini, dunque è arrivato il momento di decidere.
Si aspetta nel frattempo anche l’esito delle stabilizzazioni dei biologi precari, molti dei quali sono in servizio da decenni: aspettiamo di vedere le commissioni e gli esiti. Siamo certi che si valuteranno solo capacità e merito, anche perché vanno fugate tutte le chiacchiere in base alle quali si intravederebbero rischi di familismo, conflitti di interesse o comunque scelte non proprio opportune. Pensate, se le cose andassero proprio così, i commenti e le critiche che fioccherebbero… sarebbe come se un ministro o il suo capo di gabinetto stabilizzassero al ministero, tramite altri, i propri figli.
Si scommette invece sul nuovo comunicatore della Asl, vincitore del bando solo interno, un bando lampo agostano: quanti avranno partecipato con quei requisiti? Da chi sarà composta la commissione? Anche qui le malelingue in azione parlano di continuità politiche ed elettorali. I fatti speriamo che dimostrino che è tutto falso.
E comunque mentre continueremo a svelare questo gioco delle ombre cinesi – tra sanità, politica, candidature e liste elettorali – le liste di attesa, non solo non si abbattono, ma si aggravano. Crescono i ricoveri fuori Belcolle, l’emodinamica h24 rischia di essere depotenziata, il completamento dell’ospedale tarda e le innovazioni su tecnologia diagnostica e cure sono ferme. I viterbesi vedono crescere i disagi, le sofferenze e le loro speranze sono sempre più affidate a migrazioni fuori provincia in base alle proprie risorse economiche.
Così non va: bisogna invertire la rotta, il presidente Zingaretti – tra una festa, una sagra e l’avvio della sua corsa a segretario nazionale del Pd – rifletta sul fatto che la vera discontinuità con il passato è fare bene il proprio lavoro, rifletta sul fatto che finora a Viterbo tutte le inaugurazioni non hanno prodotto nulla di concreto, visiti il pronto soccorso, esamini le carenze di organico, si informi sulla differenza tra le aridità dei numeri che gli raccontano e la realtà, quella vera dei malati stanchi di attendere e di sottoporsi ai viaggi della speranza, quella dell’assistenza a domicilio appannaggio di pochi rispetto ai bisogni di tanti, assistenza carente in ogni aspetto: dalle trasfusioni a domicilio alla fisioterapia, dalla disponibilità degli infermieri ai farmaci biologici. Ascolti, Zingaretti, e capirà che questa sanità a Viterbo va cambiata con urgenza.