Ottanta anni fa venivano in Italia promulgate le leggi razziali – una vergogna per il nostro paese – precedute da un lungo periodo di intolleranza e violenza verso ebrei, rom e diversi ritenuti tali dal regime. Ci siamo riscattati con una lunga battaglia per la libertà portata avanti con la Resistenza e con la promulgazione di una splendida Costituzione che aborrisce ciò garantendo con gli articoli 2 e 3 pari dignità ed uguaglianza di diritti a tutti.
Oggi viviamo una terribile escalation di violenza ed intolleranza razzista, generata da un clima di rabbia e di odio, spesso alimentato da irresponsabilità e cinismo politico da parte di chi è chiamato a garantire il rispetto della Costituzione e la sicurezza di tutti. Sbalordisce in questo quadro il silenzio delle coscienze, delle nostre coscienze: aver votato lega o 5 Stelle non deve impedirci di difendere la dignità umana ed il rispetto della Costituzione. Le politiche migratorie sono una cosa che compete al governo, ma il dire no al razzismo riguarda tutti noi. Dobbiamo capire che il razzismo è un virus contagioso ed espansivo, si sa dove inizia, ma non dove termina. Il suo bersaglio è la diversità e non esistendo una codificata oggettiva normalità, per motivazioni strumentali diverse ciascuno può divenirne vittima. Per questo abbiamo l’obbligo di opporci a questa deriva e di testimoniare la nostra ferma Resistenza.
Dispiace in questo contesto registrare a Viterbo grande attenzione per cose banali ed irrilevanti, mentre l’altro giorno a testimoniare il no al razzismo non c’erano né i 5 Stelle – ma si può capire visto che governano con Salvini – né là Frontini, l’inventrice di “Viterbo albergo ad ore” – e ci sta pure questo – ma è inconcepibile che la sinistra di Serra, Frittelli e Delle Monache, dopo i proclami e le parole, non abbiano compreso che bisognava metterci la faccia, che certi valori vanno testimoniati e che conta più questa condivisione del rancore post elettorale. Non esiste un razzismo che si può criticare e osteggiare a seconda delle piccole convenienze o dei promotori dell’iniziativa. Peccato, Barelli l’ha capito e loro no. Peccato, un’occasione persa ed un’ambiguità ulteriore per la politica locale. Se il centrosinistra non si ritrova neppure su queste cose è lecito pensare che sia divenuto altro e per ciascuno di noi italiani tacere significa essere tacitamente conniventi e terribilmente irresponsabili.