Il parco del Bullicame è ancora chiuso. Giovanni Faperdue torna a denunciare l’inaccessibilità del sito dopo la sua protesta di venerdì mattina, quando si è incatenato al cancello di ingresso per richiamare l’attenzione “sui ritardi biblici accumulati per la riparazione del danno alla sorgente San Valentino.
“Il parco è sempre chiuso – segnala Faperdue – e chi vuole entrare per vedere il Bullicame deve purtroppo rinunciare. Un mio caro amico che lavora all’Orto botanico mi raccontava come spesso arrivino gruppi di turisti europei, che mostrano il canto XIV dell’Inferno dantesco chiudendo dove sia il Bullicame. Il mio amico mi confessava che adesso dovrà dire che è chiuso. Certamente i turisti non capiranno perché è chiuso. Ma, aggiungo io, neanche i viterbesi capiscono perché sia chiuso”. Poi c’è la questione del rospo smeraldino, specie in estinzione protetta a livello mondiale: “La vasca del rospo smeraldino, da quando la Gestervit ha fatto il danno, è secca senza una goccia d’acqua. Il povero animale ha svernato nel vicino fosso Madonna degli Occhi bianchi, ma adesso non sa più dove andare. Martedì prossimo ci sarà il Consiglio comunale e io chiedo ai consiglieri di buona volontà (appartenenti a qualunque schieramento civico o politico) di fare una interrogazione per fare riaprire subito il parco del Bullicame, farlo pulire, imporre la chiusura immediata del pozzo San Valentino e la fine dell’accanimento terapeutico”.
Fin qui Faperdue, che tuttavia durante la protesta di venerdì ha stranamente attaccato l’assessore Claudia Nunzi, senza citare invece l’assessore al patrimonio, Barbieri, da cui dipende il sito e che in questa qualità è l’unico responsabile della sua chiusura. Ha sbagliato dunque stranamente bersaglio, Faperdue, e non se ne comprende il motivo: primo perché la Nunzi si occupa di politiche termali e non di patrimonio, secondo perché sempre la Nunzi visto che in Comune ci ha messo piede soltanto da pochi giorni è proprio l’ultima con cui prendersela.