A sentirli sono tutti d’un sentimento. Solo che ormai non si capisce più che genere di sentimento. Quello dei loro elettori invece si inizia a capire bene: la delusione. La delusione nei confronti di una maggioranza di centrodestra che – a parole- doveva segnare un rinnovamento rispetto alle vecchie pratiche politiche e che – nei fatti – a quasi dieci giorni dal ballottaggio non è ancora riuscita a trovare un’intesa sulla nuova giunta. Un’altra giornata è stata bruciata senza concludere un tubo, nonostante il sindaco Giovanni Arena, e non solo lui, dia il varo per imminente da ormai una settimana. Ormai è difficile riuscire anche a capire quale sia il problema, se non quello solito della spartizione delle poltrone.
Ieri per qualche ora si è affacciata anche l’ipotesi di una giunta a otto: una sorta di compromesso tra quella a sette proposta da Arena e da Forza Italia e quella a nove pretesa dagli alleati. Solo che anche la giunta a otto pone un problema di quote rosa. La tesi del leghista Fusco, che in proposito aveva consultato anche l’Anci, e cioè che il 40% di rappresentanza femminile non sarebbe poi un requisito così vincolante, non è condivisa dagli altri alleati, che invece vogliono partire nel rispetto di tutti i crismi di legge. Ergo: anche con un esecutivo a 8, più il sindaco, bisognerebbe poi trovare la quarta donna. Un onere del quale, nel caso di una giunta a nove, Fondazione non avrebbe problemi a farsi carico.
Al contrario, con una giunta a sette, i civici non sono disposti a sacrificare l’unica poltrona che toccherebbe loro in sorte, già ipotecata da Paolo Barbieri, assessore allo sviluppo economico in pectore. Anche l’ipotesi di una giunta a nove con sforbiciata alle indennità, sul modello Michelini, trova diverse resistenze, tra cui quelle dello stesso Arena. Proprio nei confronti dell’operato dello stesso Arena, man mano che passano i giorni, cresce il malcontento da parte degli alleati e anche di alcune frange di Forza Italia, che rimproverano al sindaco lo scarso decisionismo. Perché anche i cani meno docili, quando il padrone sa farsi rispettare, in genere tornano a cuccia.