La giunta Arena, al di là delle polemiche interne e del mancato rispetto dei tempi promessi dal sindaco, nascerà molto presto dal momento che non è nell’interesse di nessuno dare spettacolo prima di cominciare, anche se il centrodestra non sarebbe nuovo ad uno scenario del genere, basti pensare a quanto tempo, nel 2010, impiegò Meroi (circa un mese) prima di varare l’esecutivo in Provincia.
Liti e contro liti interne sono una costante della politica viterbese: paralizzarono la giunta Marini, poi quella Michelini e appunto, come ricordato, furono il tratto distintivo dell’amministrazione Meroi a Palazzo Gentili, con lui, il presidente, più volte sul punto di dimettersi.
Il problema è trasversale e se da un lato chiama in causa responsabilità generali, legate ai tempi particolarmente turbolenti che viviamo, dall’altro è il frutto di una città che non riesce ad identificarsi con nessuna delle offerte politiche attualmente sul mercato. E’ anche vero però che la classe politica altro non è che l’espressione della città stessa, il che vuol dire che Viterbo ha questa classe politica e non un’altra semplicemente perché se la merita. D’altra parte, che cosa ci si può aspettare di buono quando esiste un tessuto sociale profondamente conflittuale fatto di infiniti gruppi l’uno contro l’altro armati?
I viterbesi sono fatti così: votano la Lega perché Salvini è contro gli immigrati, ma poi non vedono l’ora di affittare a nero a questi poveracci le loro case in centro. Si lamentano perché il centro si svuota, ma tutti si comprano casa fuori. Imprecano contro il Comune perché la città è sporca, ma lasciano i rifiuti dove capita. Governare in questa situazione non è facile per nessuno e a maggior ragione non lo è quando molte delle persone che oggi sono tornate in Comune in passato hanno già dato ampiamente prova delle loro capacità divisorie.
La storia si ripete e per Arena sarà dunque un continuo braccio di ferro.