Accadono cose dell’altro mondo all’ospedale Andosilla, dove i cadaveri circolano per strada. No, non stiamo parlando di zombie, ma di “normali” persone che muoiono in reparto e che vengono trasportate nella camera mortuaria attraverso l’uscita dell’ex pronto soccorso. Capita così che chi arriva all’Andosilla debba imbattersi nelle macabre “passerelle” di cadaveri all’aperto, con buona pace anche del rispetto della dignità del defunto e dei suoi familiari.
Non solo: a trasportare la barella sono spesso, specie nelle ore notturne e durante i fine settimana, gli stessi infermieri che dovrebbero invece limitarsi a pulire i corpi dei defunti lasciando ad altri l’incombenza del trasporto ed evitando di lasciare sguarniti i propri reparti e i vivi senza assistenza. Per questo genere di mansioni esiste personale specifico, i necrofori, o in mancanza di essi si può ricorrere agli ausiliari, che però all’Andosilla vengono utilizzati in altri modi (in sala operatoria o al pronto soccorso).
Pare che la Asl ora voglia acquistare barelle automatiche, che però necessitano pur sempre di almeno due persone, sia per accompagnare il cadavere durante il tragitto, sia per trasferire poi il corpo dalla barella al marmo della camera mortuaria. Quando al problema dell’ “ostensione” del cadavere, la Asl ha promesso da tempo di correre ai ripari con la creazione di un corridoio ad hoc protetto da sguardi indiscreti. La speranza è che si passi dalla parole ai fatti mettendo fine a scene indegne per un ospedale di un paese civile.